Senato, Mandelli (FI-PdL): “Utilizzare i 2,5 miliardi di gettito in più dei giochi per lotta alla povertà”

“Utilizzare, in toto o in parte, gli oltre 2,5 miliardi di euro di gettito derivati dal settore dei giochi – incassati in più nel 2016, NdR – per promuovere iniziative di contrasto alla povertà”. E’ una delle richieste contenute in una mozione presentata ieri in Senato, un gruppo di senatori di Forza Italia-Il Popolo della Libertà, capeggiati da Andrea Mandelli. Nel provvedimento si sottolinea che  “per il 2016, l’Istat stima in 1.619.000 le famiglie residenti in condizione di povertà assoluta, pari a 4.742.000 individui, 144.000 in più rispetto al 2015; la “forbice” si allarga per le famiglie con tre o più figli minori, con un’incidenza di povertà assoluta che aumenta quasi del 50 per cento passando dal 18,3 al 26,8 per cento. Ad essere coinvolte sono così 137.711 famiglie, ovvero 814.402 individui”. E ancora, si fa riferimento a “una categoria in forte crescita dagli anni 2000 nota come i working poor, cioè i “lavoratori poveri”, coloro che, pur essendo occupati, percepiscono un reddito che non consente loro di superare la soglia di rischio di povertà; in uno studio della commissione istruttoria per le politiche del lavoro e dei sistemi produttivi presentato al Consiglio nazionale per l’economia e il lavoro (Cnel), questi lavoratori con un basso livello di reddito, divisi tra salari da fame e contratti a intermittenza, sono oltre 2 milioni solo tra i dipendenti; gli autonomi sono invece 756.000″. Per quanto riguarda il settore dei giochi, Mandelli e gli altri senatori scrivono che  “gli ultimi dati del Ministero dell’economia e delle finanze risalenti al 6 marzo 2017 indicano gli incassi dal settore dei giochi dai quali emerge che nel 2016, come si legge nel bollettino annuale delle entrate, si è registrata una crescita pari al 22,3 per cento, per un aumento totale pari a 2.654 milioni di euro”. E quindi chiedono al Governo anche di presentare alle Camere una relazione annuale “per valutare l’impatto delle misure messe in atto ai fini della riduzione della povertà”; e di adottare “interventi strutturali per le imprese tesi a diminuire il cuneo fiscale sui lavoratori, con l’obiettivo di creare le condizioni per nuovi posti di lavoro stabili, anche al fine di contrastare il fenomeno dei working poors”. lp/AGIMEG