“Riordinare” per qualificare i giochi, Fipe Confcommercio: “Necessario equilibrio tra esercizi di prossimità e specializzati per lotta contro illegalità e dipendenze patologiche”

Nelle ultime settimane si mostra prossimo nelle intenzioni del Governo l’avvio del processo legislativo di riordino distributivo dei giochi pubblici.

Un riordino non più prorogabile per superare approcci normativi discordanti tra Stato e Autonomie locali negli ultimi anni, tali da portare in molti territori i rischi del mancato controllo di questo delicato mercato e di pericolosi squilibri competitivi tra prodotti di gioco diversamente normati.

È essenziale difendere il perimetro della legalità progressivamente costruito con l’emersione delle scommesse e del gioco con apparecchi, mantenendo l’offerta distribuita sul territorio e bilanciata tra pubblici esercizi di prossimità, come i bar, e le sale specializzate, dedicate a momenti di intrattenimento più ampi.

Tanto l’offerta di prossimità che quella specializzata devono garantire professionalità ed attenzione primaria alla tutela dei consumatori, mediante spazi di gioco ben identificati, capaci di garantire il divieto di accesso al gioco dei minori ed il supporto al monitoraggio dei casi di consumo patologico” afferma Roberto Calugi, Direttore generale di FIPE-Confcommercio. “I pubblici esercizi che offrono giochi hanno già affrontato un importante processo di selezione e concentrazione dopo i numerosi aumenti dei prelievi fiscali, le disposizioni restrittive di alcune regioni e l’impatto economico della pandemia, non adeguatamente ristorato: dal 2017 al 2021 si sono ridotti da oltre 89.000 a meno di 56.000, con l’uscita da queste attività di oltre 33.000 esercenti, dei quali 22.000 bar e ristoranti” prosegue Calugi.

Le disposizioni di riordino saranno tanto più efficaci quanto individueranno precise regole di organizzazione e vigilanza sugli spazi dove si offrono giochi, formazione continua, evoluzione tecnologica nei controlli adeguate a selezionare gli esercenti, anche di prossimità, solo sulla base della loro professionalità e capacità di tutela dei consumatori. È comunque prioritario lasciare al mercato l’organizzazione dell’offerta sul territorio tra differenti categorie di esercizi, in funzione della domanda esistente” conclude il Direttore generale di FIPE Confcommercio. cdn/AGIMEG