Kessler (ADM): “Tre settori più a rischio ludopatia: slot, vlt e scommesse virtuali. Necessario intervento sul settore delle awp”

dai nostri inviati – “Posso dire che da parte nostra, dell’Agenzia Dogane e Monopoli, c’è la volontà di continuare a lavorare insieme, ognuno con il proprio ruolo. Il compito dell’Agenzia è di gestire, controllare e garantire la legalità nel mercato del gioco, così come dei tabacchi e dei settori particolarmente sensibili per lo Stato. Non siamo certo noi a stabilire gli indirizzi politici, che invece appartengono al Governo e al Parlamento. L’Agenzia ha il compito di eseguire e garantire la piena attuazione delle decisioni che vengono prese da Governo e Parlamento. Certo, noi contribuiamo con le nostre competenze e con suggerimenti tecnici che diamo al Governo”. E’ quanto ha detto il Direttore generale di ADM, Giovanni Kessler, durante il suo intervento all’Assemblea di Sistema gioco Italia, in corso a Roma. “Questo Governo – ha aggiunto – ha espresso fin dai suoi primi giorni di vita come priorità la lotta alla dipendenza da gioco. E ne ha fatto una sua bandiera politica tanto che è stato oggetto del suo primo atto ufficiale. Tema non nuovo, che era anche già del precedente Governo e oggetto di molte attività politiche. Ora, non è che non ci siano ragioni per questo indirizzo politico. Noi, come Adm, abbiamo commissionato all’Istituto superiore della Sanità la più grande ricerca sul fenomeno del gioco sull’intera popolazione.
Nell’ultimo anno il 36% ha giocato almeno una volta. Un uomo su due, una donna su tre. Quindi, il fenomeno è sicuramente diffuso. Ma se parliamo di gioco problematico, tra i 18,5 milioni di italiani, 1,5 milioni vengono definiti giocatori problematici. E 1,4 milioni a rischio moderato. Non vuol dire ludopatici ma se sono problematici bisogna pure tenerne conto.
Tra questi problematici, quindi all’interno dei 1,5 milioni, il 52% giocano alle awp, il 33% gioca alle vlt e l’11% alle scommesse virtuali. Questi sono i tre settori in cui giocano coloro che l’Iss definisce giocatori problematici”, ha aggiunto.  “Certo, non cominciamo da zero. Ci sono almeno tre cose fatte negli ultimi anni per contrastare il gioco problematico: il registro dell’autoesclusione, la riduzione delle awp, che si è concluso, la stretta sulla pubblicità del decreto Balduzzi, che ovviamente andava già in quella direzione. Ma l’indirizzo del Governo e del Parlamento è che oggi bisogna fare qualcosa di più. E si può fare ancora molto insieme – ha detto -, seguendo gli indirizzi politici, su due temi che chiamerei del gioco sicuro e della lotta all’illegalità. Sul gioco sicuro, ovvero la lotta alle dipendenze da gioco, la direzione in cui si deve andare credo che sia un intervento di qualche tipo sui giochi che anche da questi dati emergono come quelli più a rischio. E questo significa che ci vuole una politica nazionale, e non una decisione presa in campo regionale. Non ci si può preoccupare di più dei giocatori di una regione e dare meno attenzione a quelli di un’altra regione. Ogni intervento dello Stato deve avere, com’è noto, una copertura finanziaria. Le Regioni non hanno questo obbligo. Per cui intervengono con conseguenze sulla contabilità nazionale senza doverne rispondere. Io credo che – continua – l’intervento sulle awp, quelle che costituiscono un maggiore rischio e che costituiscono rischio anche per i minori, sia necessario. Credo proprio che il distanziometro non serve perché dall’indagine dell’Iss è venuto fuori che il giocatore problematico desidera andare a giocare lontano da casa, proprio perché non gli piace farsi vedere. Certamente, però, bisognerà concludere il piano di contingentamento. E sicurezza vuol dire anche trovare dei posti nei quali i minori non vanno. Per esempio, applicare alle awp le stesse regole del gioco on line, dove il giocatore deve identificarsi, quindi escludendo i minori, e sarà sottoposto a una serie di limitazioni che lo tutelano dal rischio di compulsività. Ma bisognerà passare le awpr. E su questo l’agenzia è, ovviamente, pronta a collaborare. Certo, non dobbiamo solo regolamentare il gioco legale ma dobbiamo anche contrastare il gioco illegale. Quindi, si dovranno mettere in campo una serie di strumenti che già dalla fine di quest’anno, con la riorganizzazione dell’Agenzia, sinergizza le capacità analitiche che abbiamo nella nostra organizzazione. E avremo anche più personale per effettuare i controlli. Si sta pensando anche a una politica sanzionatoria diversa, che sia più efficace. Ma il gioco illegale non è solo quello alternativo al gioco legale. Ci sono sale perfettamente legali che offrono anche giochi illegali. Come i totem nelle sale giochi dove ci sono anche le slot autorizzate. Su questo fenomeno dovremo intensificare i controlli, ma sicuramente tocca anche a voi operatori fare pressione perché nella filiera non si infiltrino soggetti che rischiano di screditare l’intero settore”, ha concluso. gpm/AGIMEG