Giunta regionale dell’Emilia Romagna boccia risoluzione su ticket redemption: nelle sale gioco stop ad apparecchi senza vincite in denaro

Stop a biliardini e giochi meccanici nelle sale gioco dell’Emilia Romagna. La Giunta regionale questa mattina ha respinto la risoluzione sui ticket redemption, sollevata per chiedere se, stante l’imminenza della stagione estiva, le problematiche evidenziate in termini di divieto assoluto di gioco per i minori di anni 18 e per i previsti obblighi a carico dei gestori delle sale di intrattenimento comporteranno evidenti ricadute economiche su centinaia di attività, e non si intendesse prevedere una sospensione di alcuni mesi dell’efficacia del provvedimento per permettere un migliore approfondimento delle problematiche emerse, firmata dai consiglieri Tagliaferri e Facci (Fratelli d’Italia).

Michele Facci (Fratelli d’Italia)
“Si tratta di una risoluzione che si inserisce in una materia complessa e complicata. Si è arrivati a confondere il gioco d’azzardo con le sale giochi tipicamente diffuse nelle località estive della riviera romagnola. Nel ricercare una regolamentazione dell’attività di gioco, prevedendo divieti e limiti, si è arrivati a vietare anche l’utilizzo di apparecchi che non danno vincita in denaro, ma emettono biglietti, le cosiddette ticket redemption. Queste permettono la fruizione di un premio. A pochi mesi dall’entrata in vigore del regolamento attuativo, è emerso che oggi la maggior parte delle sale giochi devono impedire l’accesso al minore accompagnato e non. In questo modo si penalizzano quelle attività che non sono gioco d’azzardo, ma intrattenimento per le famiglie in vacanza. Trovo questo aspetto squilibrato rispetto la finalità che ha guidato l’intero provvedimento. La richiesta di questa risoluzione è quella di sospendere per alcuni mesi l’efficacia di questo provvedimento per valutare meglio le conseguenze pratiche, dal punto di vista dei minori e dell’osservazione politica. Questo provvedimento è errato quando equipara questo tipo di gioco al giaco d’azzardo”, ha detto Michele Facci, consigliere di Fratelli d’Italia durante la discussione.

Andrea Galli (FI)
“Centinaio di attività commerciali fanno intrattenimento senza fare danni. Siamo d’accordo a combattere il gioco d’azzardo, ma il gioco che sia puro intrattenimento non può’ essere equiparato all’azzardo. Oggi il gioco è un problema che è stato sottovalutato troppe volte, ma finalmente si è raggiunta una consapevolezza: molti Comuni hanno capito che era un problema da risolvere e hanno varato regolamenti che stabiliscono regole precise, distanze, si cerca di ridurre macchinette e confinarle in posti dove sia chiaro che lì si gioca d’azzardo. Ma molte attività non incentivano affatto il gioco, come le sale giochi dove biliardini e bracci meccanici non vanno equiparati a sale gioco con slot. Gli obiettivi che la risoluzione vuole raggiungere sono due: salvaguardare le attività commerciali, sottolineando la differenza tra una slot e una ticket redemption, e contribuire alla lotta della vera ludopatia”. E’ quanto ha detto il consigliere Andrea Galli (FI).

Valentina Ravaioli (PD)
“Nel 2013 siamo stati tra i primi in Italia, con la nostra legge regionale, a finalizzare il contrasto e la prevenzione dalla dipendenza dal gioco d’azzardo, prevedendo la formazione obbligatoria per i gestori dei locali, il sostegno agli esercizi commerciali slot free, con un controllo più rigoroso da parte delle amministrazioni comunali per il rilascio di licenze per le aperture di sale da gioco. Abbiamo anche introdotta la distanza minima di 500 metri obbligatoria per le sale gioco e sale slot dai luoghi sensibili. Chiediamo che vengano vietato ai minori l’ utilizzo di ticket redemption, apparecchi che funzionano con moneta che distribuiscono tagliandi, consentendo di avere premi di vario valore: sono macchinette non immediatamente riconducibili a quelle che la legge riconduce al gioco d’azzardo, ma studi delle ASL dimostrano che non vi è criterio di abilità in questi apparecchi, si va a simulare il meccanismo del gioco d’azzardo, provocando sensazioni che sono alla base delle dipendenze degli adulti, sebbene senza vincite in denaro. L’Emilia Romagna punta alla prevenzione con 7 mln di euro stanziati per il fondo contro l’azzardo 2018/19. Siamo in ritardo rispetto all’applicazione del divieto per le ticket redemption, quindi il nostro voto è contrario alla risoluzione odierna”. Lo ha detto Valentina Ravaioli (PD).

Andrea Bertani (M5S)
“Il problema della prevenzione del gioco è multidimensionale, come le patologie legate al gioco. Prevenzione e cura richiedono di curare tanti aspetti. Uno di questi è agire su vari fronti. Abbiamo presentato un progetto di legge che teneva conto delle azioni messe in campo: formazione, informazione, distanziometro e divieto delle ticket redempion anche per i minori. Questo perchè quando parliamo di prevenzione, va fatta su tutti i campi. Sui maggiorenni, è bene ci siano delle distanze dai luoghi frequentati dai giovani. L’applicazione del distanziometro ha subito proroghe inaccettabili. Uno degli aspetti su cui agire è anche la tutela dei minori, le ticket redemption hanno aspetti critici. Insegnano che giocando tante volte si ottengono tanti ticket con cui riscattare un premio, anche di non modesta entità. Il gioco, inoltre, spesso non è di abilità, ma di fortuna ed abbina la compulsività. E’ vero che bisogna tutelare l’attività economica, ma quando ha ricadute su ambito sociale e sanitario l’attività economica non può andare a detrimento della salute e del sociale. Oggi chiedere un’ulteriore proroga è inaccettabile. Tra attività economica e tutela della salute, viene prima quest’ultima. Gli esercenti vanno aiutati, ma non possono offrire giochi che prevedono compulsività e non sono di abilità. La prevenzione va fatta. Sulla pubblicità e sul gioco online stiamo già lavorando. Da luglio sarà attivo a livello nazionale il divieto di pubblicità”, ha detto Andrea Bertani, consigliere del Movimento 5 Stelle. lp/AGIMEG