Giochi, Torrigiani (Comm. Antimafia) ad Agimeg: “Importante tracciare tutte le giocate agganciandole ad esempio alla tessera sanitaria. ADM ci ha garantito che le gare per le nuove concessioni si faranno entro il 2018”

Nella relazione antimafia votata dal Parlamento, si esprime preoccupazione per la crescita dell’attenzione verso il gioco, sia lecito che illecito, da parte di giovani e fasce sociali più deboli e per l’infiltrazione della criminalità anche nei settori di gioco più controllati. E mentre la relazione passa sia in Camera sia Senato, secondo il cav. Filippo Torrigiani, membro della commissione antimafia, “ora la palla passa al governo”. Ecco una esclusiva intervista rilasciata ad Agimeg.

Anni fa il gioco era pressoché fuori controllo e con una forte presenza della criminalità organizzata. Ora invece è lo Stato a controllare e il CNCA ha pubblicato che dal 2005 sono stati spesi 181 miliardi nel gioco lecito. Uno smacco per la criminalità?

All’inizio la liberalizzazione ha messo in grave difficoltà la criminalità. Ora invece iniziano ad aggirare il sistema, riciclando denaro anche in questo settore. Insomma, hanno iniziato a prendere le misure e adesso bisogna correre ai ripari.

In che modo?

Sicuramente mettendo i bastoni tra le ruote in modo serio e ho un paio di esempi: iniziamo a tracciare tutte le giocate. Agganciamole a dei conti trasparenti e a delle tessere sanitarie. Intanto eviteremo il riciclaggio di denaro sporco e poi i minorenni sarebbero più tutelati.
D’altro canto, più di ogni e qualunque riflessione, parlano i numeri delle transazioni registrate sulle piattaforme di SOGEI: prendendo in considerazione le sole transazioni dell’anno 2013 emerge un dato impressionante: il gioco d’azzardo legale, nell’anno in questione, ha fatto registrare 1,33 miliardi di transazioni trasmesse dalle varie piattaforme di gioco connesse ai sistemi di controllo realizzati e gestiti dalla società del Ministero dell’Economia e delle Finanze che si occupa della trasmissione di tutti i dati dell’anagrafe tributaria. La cifra di 1,33 miliardi di giocate all’anno, corrisponde a 3,6 milioni di giocate effettuate ogni giorno, quasi 152.000 all’ora, ovvero 2.530 al minuto, che fanno 42 giocate al secondo, notti comprese.

Il maggior gettito fiscale dovuto alla liberalizzazione può essere impiegato in servizi per i cittadini. Come pensi si stia comportando il governo?

E’ vero che è importante il gettito che proviene dal comparto del gioco ed è giusto che sia regolamentato. Detto questo lo Stato non ha mai fatto i conti con ciò che spende. Nel 2016 la raccolta di fatturato è stata 96 miliardi e allo stato ne rimangono poco più di 9. Se contiamo i soldi, ovvero i costi diretti ed indiretti generati dal contrasto agli episodi delinquenziali, ad esempio indagini di polizia giudiziaria, Magistratura e quindi energie importanti sottratte ad altre attività, più tutti i soldi spesi nel sociale per le dipendenze, quanto viene? Insomma, le “alterazioni” quanto costano? Bisognerebbe fare un’indagine e capire di che somma stiamo parlando, per vedere se ne vale davvero la pena. Sempre contando che in Italia c’è un evasione fiscale di 120 miliardi. Un paradosso tutto italiano.

Il ritardo di alcune gare, principalmente quella delle scommesse, potrebbe portare l’Italia a rischio di qualche “richiamo” a livello europeo?

Il direttore generale dei monopoli ci ha garantito che sta lavorando per indire le gare entro il 2018 (quella per il gioco online dovrebbe vedere la luce entro luglio ndr). Quindi possiamo stare tranquilli anche da un punto di vista sanzionatorio.

Secondo il sottosegretario Baretta, tanto il liberalismo sfrenato, quanto il proibizionismo moralista, mettono a repentaglio il buon lavoro fatto finora. Che ne pensa?

Certamente gli va dato atto d’aver cercato almeno di riordinare il settore. Poi si può sempre far meglio e infatti una contrazione sul gioco la vuole anche lui. Credo comunque che negli ultimi anni ci sia stata una politica troppo larga di implementazione dei giochi, che ha generato troppi disagi. pc/AGIMEG