Giochi, Berlusconi: “No al proibizionismo”. Renzi: “Necessario confronto tra operatori e regioni”

Alla vigilia dell’apertura dei seggi elettorali, c’è ancora spazio per un dibattito tra destra e sinistra ed il tema dei giochi è ancora tra quelli più seguiti. Quali sono i passi concreti e immediati, in termini di contrasto alla ludopatia e regolamentazione, che si intende intraprendere e quali risultati ci si aspetta da questa azione? E’ questa la domanda fatta da vita.it a Silvio Berlusconi e Matteo Renzi che hanno affrontato così le problematiche del settore.

Silvio Berlusconi: “Questo è un tema molto delicato. In questi anni i governi hanno avuto un atteggiamento ondivago. Anche in questo caso credo che la prima misura sia quella di non interferire e anzi di sostenere le iniziative prese dalle amministrazioni locali, comunali o regionali, spesso assieme alle associazioni del terzo settore, per contrastare la diffusione indiscriminata di postazioni di gioco d’azzardo, la loro accessibilità ai minorenni e il recupero di coloro i quali cadono preda della ludopatia. Tutto è reso ancora più complicato dal fatto che il digitale rende disponibile a tutti in qualsiasi ora la possibilità di scommettere e che uno smartphone non distingue tra minorenni e maggiorenni. Una volta tornati al governo approfondiremo i dati nazionali e locali e valuteremo quali iniziative proporre, consapevoli però che proibire il gioco legale avrebbe il solo effetto di alimentare il gioco illegale in mano alla malavita”.

Matteo Renzi: “Rispetto ai tempi in cui insieme ad altri sindaci firmavo gli appelli delle associazioni e di Vita qualcosa è cambiato. La legge di Bilancio 2016 ha cambiato l’approccio e il lavoro di questi mesi va nella giusta direzione sia nella riduzione delle slot, sia nella introduzione di divieti pubblicitari. Ma so anche che molto resta da fare e che il dibattito è acceso sul punto. Visitando un centro per la ludopatia, in provincia di Modena, qualche mese fa mi sono reso conto anche personalmente che su questi temi il terzo settore ha capito prima della politica la gravità del problema. La nostra proposta è quella di coinvolgere da subito un tavolo di associazioni del settore e i responsabili delle Regioni – all’inizio della legislatura – per la verifica dell’attuazione concreta delle norme. E per stabilire insieme i prossimi passi. Senza incertezze, senza ideologie”. lp/AGIMEG