Giovanni Endrizzi (M5S): “Un errore finanziare Reddito di Cittadinanza con entrate dai giochi. Leggi regionali come quella del Piemonte hanno funzionato facendo diminuire offerta di gioco e persone in cura”

“E’ stato un errore finanziare il Reddito di Cittadinanza con le entrate derivanti dai giochi. Queste entrate dovevano confluire nella fiscalità generale e non essere collegate a questo tipo di provvedimenti”. Lo ha detto il senatore Giovanni Endrizzi (M5S), nel corso dell’audizione del direttore generale ADM, Marcello Minenna, al Senato.
“Durante le chiusure imposte per fronteggiare la pandemia, sono stati individuati oltre 250 locali illegali. Ma quanti di questi rappresentava un’offerta legale abusivamente gestita durante le chiusure, o vestita da legale? Ritengo inoltre che la questione sul distanziometro non puo’ essere affrontata come fatto finora. C’è un problema di offerta, che molte forze politiche hanno dichiarato essere eccessiva. Siamo il primo mercato in Europa. Quando il direttore generale Minenna dice che il consumo di gioco è anelastico ciò ha un elemento di compatibilità con un’altra risultanza, ovvero che oltre il 50% di questa domanda è sostenuta da persone con problematicità a livello di consumo di gioco. Se abbiamo a che fare con questo, dobbiamo per forza porci il problema che controllo legalità e tutela sociale è una coperta corta, si rischia di fare bene da un lato e male dall’altro. Il distanziometro – ha proseguito Endrizzi – si affronta dal punto vista delle concessioni, dei bandi e delle gare necessariamente da farsi, ma anche con il problema del volume di offerta che lo Stato intende proporre. Le regioni sono intervenute, come i Comuni, in assenza di provvedimenti nazionali, visto che dopo il Decreto Balduzzi non è stata emanata alcuna norma che desse una tutela generale. Con le leggi regionali, ad esempio in Piemonte non solo è diminuito il consumo di gioco, ma anche i malati in cura. Dobbiamo farci carico degli aspetti sociali, questa Commissione ha il compito di affrontare questo problema. Ho invece delle remore sulla compartecipazione al gettito da parte degli enti pubblici, diventa una sorta di ricatto soprattutto per quegli enti che abbiano problemi di bilancio, che poi magari sono gli stessi con condizioni sociali difficili sul proprio territorio. Si rischia che abdichino su aspetti sanciti dalla Costituzione come quelli che attribuiscono proprio agli enti locali il compito di tutela del cittadino.
L’apparente contraddizione tra volume dell’offerta e tutela sociale qualcuno la riferisce al Decreto Dignità, che ha vietato la pubblicità e ha indicato che ci sarebbe stata una riforma a gettito invariato. Ma questa è una formulazione equivoca, solo in un caso si puo’ ottenere tutela sociale senza perdere gettito, ovvero aumentando tassazione e prelievo. Diversamente o non facciamo tutela o comprimiamo le entrate. L’effetto pandemia ci porta a dire che lo Stato è riuscito a far a meno delle risorse derivanti dal gioco, motivo per il quale nei nostri provvedimenti legislativi dobbiamo valutare anche questo aspetto”, ha concluso. cr/AGIMEG