Emilia Romagna, Commissione Salute su Legge Regionale gioco d’azzardo: “Distanziometro ha portato alla chiusura di 155 attività in 255 Comuni e a 161 provvedimenti di chiusura”

In Emilia Romagna diminuisce il numero di sale da gioco d’azzardo e di macchinette, diminuiscono anche le patologie dei giocatori stessi – soprattutto dopo la pandemia – e si specializzano i trattamenti personalizzati per chi ne soffre. Questi i dati presentati nella relazione richiesta dalla clausola valutativa sulla legge regionale 5 del 2013 su “Contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico” illustrata in Commissione Salute (presieduta da Ottavia Soncini) dall’assessore Raffaele Donini.
Gli effetti della legge regionale si vedono e hanno aiutato ad arginare il fenomeno, ma soprattutto è la stessa pandemia a far emergere alcuni dati interessanti, secondo quanto presentato in Commissione. Infatti, “il 60 per cento dei giocatori d’azzardo ha vissuto il periodo della pandemia con sollievo – ha spiegato l’assessore Donini, aggiungendo inoltre che – il 72 per cento è rimasto in astinenza dal gioco e solo il 3 per cento è passato al gioco online. Questi dati sono un utile appiglio al quale agganciare le nostre politiche di contrasto alla ludopatia – ha proseguito – perché indicano che l’offerta influenza la domanda. ‘Lontano dagli occhi lontano dal cuore’ insomma, e dove non ci sono sale, cala anche il fenomeno. Inoltre, non c’è neanche un ripiego consistente sull’online”.

Funzionano anche le azioni di contrasto della legge regionale, soprattutto il vincolo della distanza delle sale da gioco e da scommesse dai luoghi sensibili (scuole, chiese, oratori, strutture protette, centri sociali, etc) che ha portato “alla chiusura di 155 attività in 255 comuni della nostra regione e a 161 provvedimenti di chiusura”. Anche il numero di sale è diminuito nel 2019, e, – come spiega un tecnico della Giunta, – nel 2021 quando scadrà la concessione caleranno anche le macchinette delle tabaccherie delle quali è anche vietata la nuova installazione”.
Il Piano integrato della legge regionale prevede anche una forte azione di prevenzione (nelle scuole e tra la popolazione) e valorizzazione del marchio Slot Free Er. Prevenzione che si attua anche grazie alla formazione del personale sanitario, nell’ambito sociale ed educativo e degli stessi esercenti di locali.

C’è poi anche il capitolo dedicato agli interventi sanitari che, da poco, rientrano nei livelli essenziali di assistenza e che prevedono programmi terapeutici personalizzati. “Nel 2019 sono state 1.724 le persone assistite, la maggioranza delle quali nella fascia d’età compresa dai 45 ai 55 anni, anche se – ha sottolineato il tecnico della giunta – si è registrato un picco di pensionati che giocano in maniera patologica”.
“Si riducono i luoghi del gioco e gli utenti, mentre aumentano gli interventi per aiutare le famiglie e chi vive questo dramma. Mi sembra un buon ritorno di una legge che ci ha impegnato tutti – ha commentato la consigliera Lia Montalti (Partito democratico). – Quella del gioco d’azzardo è una battaglia importante della nostra regione che non ha mai indietreggiato anche su scelte forti come quella dell’allontanamento delle sale dai luoghi sensibili”. E sulla ricerca tra giovani e gioco che ha fatto emergere che nella fascia tra i 15 e 17 anni il 37 per cento gioca, nonostante il divieto, la consigliera ha commentato che “bisogna ancora lavorare. La ricerca mostra anche che nella stessa fascia d’età solo l’8 per cento gioca online, ciò indica che è la disponibilità di sale a influenzare le abitudini, anche dei minorenni”. cr/AGIMEG