Dl Dignità, Dipartimento Finanze Camera: Stop totale pubblicità dei giochi incompatibile con decreto Balduzzi

Per lo stop alla pubblicità dei giochi previsto dal Dl Dignità, va riconsiderata “la clausola di salvezza della normativa vigente – quella che fa appunto salvi i limiti introdotti in primo luogo dal Decreto Balduzzi, NdR – a fronte dell’introduzione di un generale divieto di qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta e comunque effettuata su qualunque mezzo”. Lo chiede il Dipartimento Finanze nella scheda di lettura al Dl Dignità, spiegando in sostanza che la disciplina introdotta adesso dal decreto e la clausola di salvezza siano incompatibili, dal momento che il decreto Balduzzi comunque prevede delle deroghe alle limitazioni. Il Balduzzi in altre parole parte da un presupposto diverso: “presupponendo la legittimità della pubblicità di giochi e scommesse, ne vieta specifiche modalità”.

“La normativa vigente, che il decreto-legge fa espressamente salva” si legge quindi nella scheda, “nel presupporre la liceità del messaggio pubblicitario di giochi e scommesse non appare compatibile con il divieto generale introdotto dal decreto-legge”. E ancora, “Questo divieto, a carattere generale, si affianca alle restrizioni già introdotte dal legislatore alla pubblicità di giochi e scommesse, che vengono espressamente fatte salve”.

Il dl Balduzzi ha infatti vietato i messaggi pubblicitari “nelle trasmissioni televisive e radiofoniche e nelle pubblicazioni rivolte ai minori”. E ha vietato tutti quei messaggi “che incitano al gioco ovvero ne esaltano la sua pratica, ovvero che hanno al loro interno dei minori, ovvero che non avvertono del rischio di dipendenza dalla pratica del gioco”. Ha imposto poi che vengano pubblicate “formule di avvertimento sul rischio di dipendenza dalla pratica di giochi con vincite in denaro, nonché le relative probabilità di vincita, sui tagliandi dei giochi, sulle slot machine e sulle videolottery”.

Quindi il Dipartimento Finanze afferma che il Balduzzi “presupponendo la legittimità della pubblicità di giochi e scommesse, ne vieta specifiche modalità”, come ad esempio, quella pubblicità che nega che il gioco possa comportare dei rischi. E vieta “la pubblicità di giochi con vincita in denaro nelle trasmissioni c.d. generaliste, nella fascia oraria dalle 7 alle 22 di ogni giorno”. Ma da questo divieto, “sono esclusi  i media specializzati, nonché le lotterie nazionali a estrazione differita, le sponsorizzazioni nei settori della cultura, della ricerca, dello sport, della sanità e dell’assistenza”. rg/AGIMEG