Decreto Dignità: per Lega sì a divieto di pubblicità ma non nei punti vendita fisici, da M5S stretta su programma radio-televisivi. Ecco gli emendamenti presentati da tutti i gruppi politici

Pioggia di emendamenti sull’articolo 9 del Decreto Dignità, che prevede il divieto assoluto di pubblicità del gioco e l’aumento del Preu per slot e Vlt. I relatori, Giulio Centemero (Lega) e Davide Tripiedi (M5S), relativamente all’armonizzazione tra quanto previsto dalla legge di Stabilità e dal decreto Dignità, chiedono: “Al comma 1, le parole ‘e dall’articolo 1, commi da 937 a 940’, sono sostituite dalle seguenti: ‘e in conformità con i divieti contenuti nell’articolo 1, commi da 937 a 940′”.

Sul fronte della Lega, Alessandro Pagano chiede che il divieto di pubblicità del gioco “non si applica all’informativa commerciale da parte dei concessionari verso i punti vendita fisici che effettuano la raccolta dei giochi pubblici con vincite in denaro, ai progetti di responsabilità sociale e alla stampa specializzata destinata ai soli operatori di settore, nonché alle insegne di esercizio e ai loghi e marchi che distinguono i giochi all’interno del punto vendita”.
“Fatto salvo il divieto generalizzato della pubblicità e promozione dei giochi pubblici, con il presente emendamento si vuole introdurre una disciplina specifica relativa all’attività di promozione e informazione svolta nei punti di vendita fisici e nei confronti degli operatori del settore” si legge nella relazione illustrativa. “Nello specifico si fa riferimento alle informazioni veicolate all’interno dell’esercizio tramite materiale informativo, contact center, stampa specializzata in generale. Diversamente l’attività svolta dagli operatori di gioco verrebbe pesantemente compromessa – evidenzia Pagano – contravvenendo altresì al principio costituzionalmente garantito, di cui all’articolo 41, che espressamente sancisce che l’iniziativa economica privata è libera, e che l’esercizio di tale attività non possa svolgersi in contrasto con l’utilità sociale, la sicurezza, la libertà e la dignità umana. Tale soluzione risponde alla basilare esigenza aziendale di poter fornire agli operatori di settore le informazioni sulle novità di prodotto e sulle novità tecnologiche. Si evidenzia, inoltre, che una simile soluzione non snaturerebbe lo scopo primario dell’articolo 9 di tutela del consumatore, giacché non incide in alcun modo sul divieto generale di pubblicità del gioco”.
In un altro emendamento presentato, Pagano chiede che il divieto non si applichi “alle concessioni in corso d’esecuzione qualora nell’oggetto dell’affidamento per la gestione del gioco pubblico sia prevista la realizzazione di attività pubblicitarie e promozionali”.
Il deputato leghista chiede inoltre che il divieto di pubblicità non si applichi alle formule pubblicitarie o promozionali svolte all’interno dei punti vendita fisici. Ancora, si escludano dal divieto “le forme di comunicazione pubblicitarie e promozionale diretta o indiretta effettuate presso i punti fisici di raccolta del gioco, allorquando tali attività costituiscano parte integrante dell’affidamento concessorio per la gestione dei giochi pubblici in corso di esecuzione e vengano effettuate esclusivamente presso i locali ove avviene la raccolta degli stessi”.

Massimo Baroni del M5S chiede invece che “nelle more dell’entrata in vigore dei divieti i programmi radio televisivi che ospitano messaggi pubblicitari relativi al gioco d’azzardo regolamentato nel loro corso ovvero nella mezz’ora antecedente o successiva devono essere preceduti dall’avvertenza che il programma non è adatto ai minori”. Propone poi l’inserimento di un articolo 9 bis: “al fine di valutare l’adozione di regolamenti comunali per disciplinare l’orario di funzionamento” di slot e Vlt “ovvero di monitorarne il rispetto o di irrogare le relative sanzioni, gli enti locali possono richiedere a Sogei i dati inerenti l’ubicazione e gli orari di funzionamento effettivo degli apparecchi. Sogei è tenuta a fornire gratuitamente i dati richieste entro e non oltre il termine di 30 giorni dalla richiesta”. lp/AGIMEG

 

Decreto Dignità, tra emendamenti di Forza Italia la soppressione dell’articolo sui giochi. Ecco gli emendamenti di Forza Italia e Pd

Sopprimere tutto l’articolo del decreto Dignità che prevede lo stop alla pubblicità dei giochi. Lo chiede con un emendamento l’on. Paolo Zangrillo di Forza Italia. Particolarmente attivo, nello stesso partito, anche Antonio Martino che presenta diverse proposte di modifica sullo stop alla pubblicità. In una serie di emendamenti prevede degli specifici divieti alla pubblicità dei giochi, e detta  quali impegni – anche di carattere economico – i concessionari devono assumersi per assicurare una comunicazione responsabile. Chiede poi che il Mef, di concerto con il MISE, individui, “all’interno delle fasce orarie consentite, la soglia percentuale di spazi disponibili per la pubblicità di giochi con vincita in denaro di cui al comma 1 bis al limite del 30 percento di ogni ora”. Sempre Martino chiede che vengano esonerati dal divieto “i giochi numerici a quota fissa e i giochi numerici a totalizzatore nazionale, le scommesse (…) e qualsiasi ulteriori gioco individuato dall’Adm con proprio decreto da adottarsi entro 30 giorni”. E ancora, il divieto non si applica “alle comunicazioni informative, da parte dei concessionari verso i punti vendita fisici che effettuano la raccolta dei giochi pubblici con vincite in denaro, ai progetti di responsabilità sociale e alla stampa specializzata destinata ai soli operatori di settore, nonché alle insegne di esercizio e ai loghi e marchi che distinguono i giochi all’interno del punto vendita”. Martino presenta poi emendamenti dove dettali quali dovrebbero essere i divieti di pubblicità sul gioco, gli impegni anche economici dei concessionari sulla comunicazione responsabile. Graziano Musella invece chiede che lo stop non si applichi a “giochi numerici a quota fissa e a totalittatore nazionale, (…) le sponsorizzazioni che prevedono il semplice uso del logo (…), le comunicazioni istituzionali dei concessionari (…) i messaggi che abbiano un fine esclusivamente di utilità sociale”. Le campagne pubblicitarie in questo caso devono ottenere il via libera  di Adm e Agcom. Le emittenti invece hanno l’obbligo di trasmettere anche sui siti – campagne di sensibilizzazione sui rischi legati al gioco.

Decreto Dignità, le proposte di modifica di Leu e Fratelli d’Italia

Vietare la pubblicità “che assuma connotati di aggressività o ingannevolezza, secondo quanto previsto dal protocollo d intesa che l’Autorità delle Dogane e dei Monopoli sottoscrive con l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni”. Lo chiede in un emendamento al decreto Dignità, l’on. Osnato di Fratelli d’Italia. Nello stesso partito, Alessio Butti chiede un tetto del 25% alle pubblicità dei giochi, “tale comunicazione commerciale può essere trasmessa esclusivamente tra le ore 23 e fino alle ore 7 del giorno successivo, salvo nel corso degli eventi sportivi in diretta e 30 minuti prima dell’inizio di ciascun evento sportivo e 30 minuti dopo il suo termine”. L’Agcom poi ha il compito di tracciare le linee guida per la pubblicità responsabile. Guido Crosetto chiede invece  di vietare direttamente i giochi e le scommesse di qualunque tipo. In un altro emendamento, il deputato propone che il divieto di pubblicità per i “giochi caratterizzati da elementi di abilità, abilità a distanza, scommesse ippiche e sportive, bingo, lotterie a estrazione istantanea, giochi numerici”  sia vietata la pubblicità aggressiva. Crosetto chiede anche che dallo stop siano esentati “i canali e mezzi di comunicazione relativi al gioco”, e in un’altra proposta  di escludere internet. Maria Teresa Bellucci invece include anche “le lotterie nazionali a estrazione differita” nel divieto.

Per quanto riguarda Leu, Michela Rostan chiede che il divieto non si applichi ai “loghi sul gioco sicuro e responsabile dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli” e che sia avviata, durante il periodo transitorio in cui è possibile trasmettere gli spot già previsti da contratto, “una campagna di comunicazione televisiva volta a sensibilizzare i cittadini sui problemi derivanti dal gioco patologico”. Luca Pastorino invece chiede di vietare i contratti pluriennali che potrebbero essere siglati “da qui al 31.12.2018”, una pratica che  vanificherebbe “lo spirito della legge”. lp/AGIMEG