Decreto Dignità, nel divieto di pubblicità entrano anche le affissioni

Anche le pubbliche affissioni dei punti e sale gioco dovrebbero rientrare nel divieto di pubblicità del Decreto Dignità. Dal 14 luglio quindi è vietata qualsiasi forma di affissione pubblicitaria, ma per quelle già in essere come ci deve comportare visto che il decreto prevede per i contratti di pubblicità in corso rimane in vigore la normativa vigente? La questione non appare infatti facile, visto che per le insegne di esercizio non esiste alcun contratto, trattandosi di entrata di natura tributaria, anche se – come riporta oggi Il Sole24 Ore, l’imposta è dovuta solo per le insegne che superano i cinque metri. Applicando letteralmente il decreto, si dovrebbero rimuovere tutte le insegne, comprese le vetrofanie che normalmente sono sulle vetrine d’ingresso, vista anche l’assenza di qualsiasi periodo transitorio. Tra l’altro sembra eccessiva e complicata da contestare anche la sanzione per chi non le rimuove. E’ prevista infatti una multa di 50mila euro per qualsiasi tipo di violazione, compresa un’affissione abusiva di un manifesto. E comunque, sembra difficile immaginare che l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, soggetto competente alla contestazione ed irrogazione delle sanzioni, possa sanzionare, ad esempio, le affissioni ed insegne. lp/AGIMEG