Marco Lisei (Capogruppo Fratelli d’Italia Emilia Romagna) ad Agimeg: “La retroattività del distanziometro è una risposta stupida ad un problema serio. Lo Stato scarica sulle imprese di gioco legale responsabilità che sono della politica”

“Lo Stato e gli Enti locali devono combattere la ludopatia, un fenomeno che certamente non si può ignorare, ma verso il quale lo Stato deve dare una risposta credibile e non utile solo per propagandare il messaggio di essere contro il gioco d’azzardo. Un problema di questo tipo necessita risposte efficaci, mentre la retroattività del distanziometro è una risposta stupida ad un problema serio”. Lo ha dichiarato, nella diretta con il direttore di Agimeg, Fabio Felici, Marco Lisei, capogruppo di Fratelli d’Italia per la Regione Emilia Romagna. “Lo Stato va a colpire aziende che hanno investito, scaricando su di loro responsabilità che sono invece della politica. La retroattività colpisce infatti solo le imprese. Se la politica riteneva che l’offerta di gioco fosse eccessiva, doveva intervenire prima. Tra l’altro i dati del Libro Blu di Adm mostrano come il gioco, penalizzato sulla rete fisica legale, si sia spostato verso circuiti illegali. Io non sono contro il gioco d’azzardo, purché fatto nelle regole: se vogliamo contrastare l’eccesso – in quanto il gioco di per sé non fa male – lo Stato deve evitare che la gente esageri. Ma non è riducendo i punti fisici che si fa sparire la ludopatia, in quanto il gioco si sposta sul mercato nero”.

Il distanziometro inefficace al contrasto della ludopatia micidiale invece per far chiudere aziende e perdere posti di lavoro

“Come Fratelli d’Italia siamo anche intervenuti in Consiglio regionale – ha proseguito Lisei – dato che in vista delle elezioni il governatore Bonaccini aveva promesso di voler sospendere la retroattività della legge regionale sul gioco, depositando una risoluzione che chiedeva in maniera blanda di rivedere quella normativa che secondo noi è eccessivamente punitiva, ma è stata bocciata dalla maggioranza. La verità è che il distanziometro non ha portato risultati nei confronti della ludopatia. I risultati sono invece che in Emilia Romagna quasi tutte le sale stanno chiudendo, sono poche quelle sopravvissute al colpo della legge regionale, cui sono seguite ordinanze dei Comuni che hanno costretto le attività a chiudere o a delocalizzarsi. Il problema è che se anche si delocalizza, un domani potrebbe aprire vicino alla sala un luogo definito sensibile e allora si dovrebbe ricominciare da capo. Le sale bingo o le sale scommesse non sono delle roulotte. Questo tipo di misure vanno solamente a punire una parte economica del nostro Paese. Tra l’altro il Tar si è espresso in maniera negativa contro i ricorsi di alcune sale giochi della regione. Una piccola apertura arriva però dal Tar della Valle d’Aosta, che ha disposto indennizzi per le attività di gioco, un qualcosa di sensato visto che sono costrette a delocalizzare. Anche se l’indennizzo non è una soluzione, si è riconosciuto comunque un valore all’attività di impresa”.

I DPCM contro chi fa impresa 

Per Lisei oggi “con i Dpcm i soggetti più colpiti sono coloro che fanno impresa, ma per noi la libera imprenditoria va sostenuta e aiutata, non penalizzata. Purtroppo regna la classica mentalità grillina-comunista, per la quale chi fa impresa è un nemico pubblico. In realtà serve buon senso nel trattare le problematiche legate al gioco, ci vuole serietà, in molti provvedimenti la lotta alla ludopatia è invece diventata uno slogan. Rimuovere il gioco fisico dal territorio non risolve il problema, ma lo aumenta perché i giocatori si spostano sul mercato illegale”, ha concluso. cr/AGIMEG