Operazione Gambling, Di Russo (legale Gennaro): «Nel gioco d’azzardo ci sono soldi della criminalità organizzata. Riteniamo fondamentale il riconoscimento della nostra collaborazione nell’inchiesta»

Arriva la prima sentenza sulla maxi-operazione Gambling – quella che nel luglio 2015 portò allo smantellamento del bookmaker maltese BetUniq – e il bilancio è di 29 condannati – che in totale dovranno scontare 185 anni di carcere – e sei assolti. Tra i principali capi d’accusa, l’associazione mafiosa, il riciclaggio e la truffa ai danni dello Stato. Mario Gennaro – indicato dagli inquirenti come l’ideatore e l’architetto del business – dopo l’arresto ha iniziato a collaborare con la giustizia, e ha ottenuto un notevole sconto di pena. Dovrà scontare 4 anni di carcere. Quello di Mario Gennaro è sicuramente il nome di maggiore spicco di questa vicenda giudiziaria. In attesa di leggere le motivazioni della sentenza, che considerazioni hanno suscitato le decisioni dei giudici di primo grado? ‘TS’ lo ha chiesto a Civita Di Russo, che lo ha difeso. – La sentenza di primo grado è sembrata particolarmente
severa. Anche nei confronti del suo assistito, Mario Gennaro, che ha fornito la gran parte delle informazioni sulle quali si è basata l’indagine? «Certo, ha sorpreso un po’ come il quadro accusatorio del pubblico ministero sia stato non solo pienamente accettato dal Gip; anzi aumentando le pene rispetto alla richiesta. Lo stesso Gennaro ha preso 4 anni contro i 3 anni e sei mesi che erano stati richiesti dal Pm. Ma dal nostro punto di vista l’aspetto più importante non è l’entità della pena ma il riconoscimento della nostra collaborazione. – L’inchiesta Gambling, e la risonanza che ha avuto sui mass media, è sembrata un po’ l’inizio di una sorta di offensiva dello Stato nei confronti dell’illegalità nel gioco. Come se ci fosse un sostegno politico all’attività della magistratura. «Non penso mai in questo modo, con questa chiave di lettura. Piuttosto, mi pare che le varie Procure d’Italia stiano cercando di far capire che nel gioco d’azzardo ci sono un sacco di soldi della criminalità organizzata». – Lei pensa che sia vero? «Può anche darsi. Ma non può essere il punto di partenza. Semmai il punto d’arrivo delle varie attività di controllo e d’indagine. Il dato di fatto è che il  gioco d’azzardo permette di guadagnare molti soldi, anche più degli stupefacenti». – Quindi, lei pensa che si sia fatta pulizia? «Questo non posso dirlo. Ma quando ho iniziato a seguire Mario Gennaro gli feci una domanda che suonava veramente ingenua: si può fare questo lavoro in modo legale?». – Più che ingenua, sembra una domanda retorica: è un settore a rischio, ma non si può pensare che tutti gli operatori siano collusi con la malavita. «Non voglio dire questo e non lo penso affatto! Il fatto è che in Italia c’è la piaga della corruzione e della criminalità organizzata. C’è sempre chi vuole guadagnare sul guadagno degli altri». lp/AGIMEG