Garrisi (Stanleybet) ad Agimeg: “Legittimandoci lo Stato toglierebbe linfa vitale alle organizzazioni criminali che si dichiarano ‘come’ Stanleybet” (1)

Deutsche Bank, è solo uno degli importanti coinquilini dello stabile dove ha sede Stanleybet e che danno subito l’idea di trovarsi in una zona di Liverpool che profuma di affari e grandi aziende. Entrando nel piano “tecnico” (nel piano superiore c’è la centrale di comando, con uffici amministrativi, finanziari e legali) di Stanleybet, ci si rende immediatamente conto che in Italia si ha una percezione deviata dell’operatore anglo-maltese. Da noi Stanleybet è associata ad una posizione di “contrasto” alla normativa italiana, quindi una società per molti “fuorilegge” e fatta di parti buie e poco trasparenti. Ebbene, entrando nell’elegante sede di Liverpool si ha tutta un’altra impressione. Uffici modernissimi, centinaia di persone al lavoro tra pc, meeting e strumenti informatici di vario tipo. Il tutto in un’atmosfera tipicamente inglese, quindi con grande attenzione al lavoro e poche distrazioni, rotta simpaticamente ogni tanto dallo spirito tipicamente italiano dei tanti dipendenti che si sono trasferiti dal nostro Paese. E non manca anche la parte “all’americana” con stanze dove gli appunti con nuove idee e nuovi progetti sono scritte su muri cancellabili. Insomma un’azienda con una struttura internazionale, dove il confronto con gli altri paesi (Stanleybet è presente con le proprie agenzie in Inghilterra, Italia, Romania, Cipro) non avviene solo sul campo ma anche all’interno. Colpisce anche il cocktail lavorativo dove l’entusiasmo dei giovani si mescola con l’esperienza di manager di livello. Insomma entrando negli uffici di Stanleybet cambia completamente la percezione che si ha in Italia. Ed un approfondimento dello stato dell’arte e di quello che sarà il futuro di Stanleybet, lo ha raccontato Giovanni Garrisi, executive chairman, in una esclusiva intervista rilasciata al direttore di Agimeg Fabio Felici, ospite nella sede di Liverpool.

Avendo visto di persona il palazzo sede di Stanley in Inghilterra mi rendo conto che da noi non c’è la percezione giusta sulla società. Perché secondo Lei?

Perché poco importa che Stanley sia un preminente operatore Europeo di grande prestigio e storia. In Italia è ancora visto come un operatore non regolare. Grave responsabilità storica delle autorità inquirenti che, istigate nel passato dai grandi operatori italiani, si rifiutano di accettare il giudicato della Corte di Giustizia e delle Supreme Corti Italiane.

L’incompetenza regna sovrana. Si sentono spesso parlamentari di varie aree che parlano di pene più severe per gli operatori illegali, senza sapere che cosa sia un operatore illegale. È chiaro che una legge che già viene disapplicata per contrasto con il diritto dell’Unione continuerà ad essere disapplicata anche prevedendo pene più severe.

Se invece la Stanley, dopo la sentenza Costa Cifone, fosse stata inserita nel sistema, come sarebbe stato possibile, nessuno avrebbe più potuto prosperare alla sua ombra sfruttandone le vittorie legali.

La storia della gramigna che sempre sorge vicino alla pianta buona è di una analogia esemplare. La Stanley, assolutamente legittimata ma non riconosciuta tale, vince sistematicamente di fronte alle magistrature giudicanti. La criminalità organizzata, la gramigna, si fa forte di queste vittorie, sostiene di essere come la Stanley e alla sua ombra cresce, succhia il sangue alle piante buone (la Stanley e i Concessionari) e ottiene le stesse vittorie Stanley.

E come si esce da questo problema?

Si può uscirne con una maggiore consapevolezza. È stato necessario l’impegno di un grande Magistrato e una grande intelligenza investigativa per smascherare una di queste organizzazioni che si dichiarano ‘come la Stanley’  senza averne ne storia, ne titolo ne diritto. .

Ma una rondine non fa primavera.

Certo: non si può lasciare la nostra Magistratura sola ad affrontare il fenomeno.

Il legislatore ha il dovere di capirlo questo fenomeno. Ha il dovere di ammettere che le tre gare precedenti sono state illegittime. Ha il dovere di tentare di rimediare, anche cercando la collaborazione dell’operatore Stanley che ha messo in evidenza tutto questo.

Se non lo fa, il legislatore diviene complice della gramigna. I problemi non si risolvono e il perimetro legale Stanley+Concessionari ne soffre.

Io continuo a proporre che la Stanley venga inserita immediatamente, e legittimata, nel sistema legale, come è suo diritto.

Se ciò accadrà, la gramigna, non più alimentata, cadrà da sola sotto i colpi delle autorità inquirenti che avranno finalmente ricevuto chiarezza su cosa sia un operatore illegale. (segue)

ff/AGIMEG