Esclusiva intervista a Mario Gennaro, ex manager Betuniq. Mercato illegale, ctd, gara scommesse e divieto pubblicità tra i temi trattati

Una situazione particolare per un uomo particolare. Presentare Mario Gennaro senza fare riferimenti agli accadimenti giudiziari che l’hanno visto coinvolto non è semplice.

Ma prima di questo devo ringraziare Mario Gennaro per aver scelto la nostra testata per la sua prima intervista pubblica. La vicenda legata alla sua posizione di ex manager della Betuniq, società coinvolta nel 2015 nell’indagine “Gambling” portata avanti dal DDA di Reggio Calabria, è abbastanza nota.

In questa esclusiva intervista Gennaro appare invece in una nuova veste, toccando temi che spaziano dalle criticità agli sviluppi del mercato italiano del gioco, dal divieto di pubblicità alla gara per le nuove concessioni di scommesse. Insomma un Mario Gennaro che osserva e commenta, da esperto del settore, quello che sta accadendo nel settore del gioco e racconta del suo nuovo ruolo al servizio degli operatori di mercato. (intervista di Fabio Felici direttore Agimeg)

Partiamo dallo stato dell’arte. A che punto è la sua situazione in merito agli avvenimenti che l’hanno vista coinvolta?

Per quanto mi riguarda posso dirle che allo stato attuale dei fatti non ho alcuna restrizione personale e sono libero di portare avanti tutte le mie attività lavorative.

Quali sono i segmenti più a rischio illegalità e perché?

A mio parere il business del gioco fisico, che si parli di agenzie o di slot, è più soggetto a rischio di illegalità rispetto all’online. Questo perché le reti commerciali- agenti, consulenti, agenzie- essendo dislocate sul territorio, sono più esposte al contatto diretto con persone che, specialmente in alcune zone, possono essere legate alla criminalità organizzata, soprattutto in un business potenzialmente ad alta redditività come questo. Per cui, oggi come oggi, è di fondamentale importanza effettuare un’accurata due diligence sui soggetti che promuovono il prodotto sul territorio nazionale. Non rilevo invece tali rischi sul business puro ‘online’ che utilizza altri strumenti di penetrazione sul mercato.

Pensa che il mercato italiano del gioco sia maturo e completo per gli appassionati o ci sono ancora lacune da colmare?

Il mercato del gioco in Italia è sicuramente maturo e le ultime novità, in tema di scommesse, relative alle funzionalità di cash-out, Asian handicap e vincita massima a 50.000 euro lo rendono ancora più appetibile e competitivo. Forse una riduzione della burocrazia potrebbe migliorare ancora la competitività del mercato.

Secondo lei qual è il segmento che necessiterebbe degli interventi più urgenti?

Credo che oggi la regolamentazione italiana abbia reso il mercato del gioco nazionale al pari degli altri mercati europei in termini di competitività. Tuttavia credo che sul mercato del gioco fisico la non pubblicazione del bando di gara costituisca ancora un grosso pericolo per la diffusione dei ctd senza licenza italiana. Alcuni operatori internazionali, infatti, possono ancora appellarsi a questa mancanza dello Stato per legittimare la loro presenza in Italia.

Visto che ha parlato nella nuova normativa sulla pubblicità, cosa ne pensa? Sarà efficace?

A mio parere, il divieto assoluto di pubblicità potrebbe costituire un danno per i concessionari italiani. Non ritengo che il decreto possa permettere al governo di raggiungere gli obiettivi prefissati anzi, al contrario, credo che assisteremo solo ad una migrazione dei giocatori verso le agenzie fisiche (le uniche che rimangono ben visibili sul mercato) sparse sul territorio nazionale incluso quelle che operano per licenziatari esteri (.com). Per cui il divieto di pubblicità sul gioco, senza aver osservato a 360 gradi il problema ed aver trovato il giusto equilibrio fra tutte le esigenze nazionali, potrebbe costituire solo un assist per chi distribuisce il gioco illegale.

In un paragone con i mercati esteri, come colloca l’Italia?

Direi che attualmente non ci sono fattori che pongono il mercato italiano in una posizione di inferiorità rispetto agli altri mercati non essendoci ormai sostanziali differenze né nell’offerta di gioco, né nei servizi offerti.

Che 2019 sarà per il mercato del gioco e per Mario Gennaro?

Per il mercato del gioco in generale è di fondamentale importanza comprendere l’impatto che avrà il decreto relativo alla pubblicità sulla diffusione dei prodotti di gioco. Come già detto in precedenza, credo che il divieto possa agevolare la diffusione del gioco fisico a discapito di quello online. Per quanto riguarda me, già da qualche tempo, assisto una società estera ed insieme ad alcuni collaboratori, abbiamo messo il nostro know-how a disposizione di nuovi operatori di gioco o start-up ed offriamo tutti i servizi necessari per affacciarsi sui mercati regolamentati. Attualmente stiamo anche assistendo alcuni operatori che intendono investire nel mercato italiano. Nel mio ruolo di Strategic Consultant, assisto la Società nella creazione delle strategie di acquisizione di nuovi clienti ed in tutte le fasi operative successive. Per me è iniziata una nuova stagione e sono certo che in questa mia nuova veste potrò essere nuovamente protagonista del mercato del gioco europeo. ff/AGIMEG