Il Ministro dell’interno intervenga per “per contrastare il fenomeno criminale legato al gioco illegale, nell’ottica di salvaguardare gli oltre 150.000 lavoratori del comparto e garantire un congruo gettito erariale”. Anche se “l’unica via per sconfiggere il proliferarsi di tali attività criminali è riaprire in sicurezza i punti del gioco legale”. Lo afferma in un’interrogazione presentata ieri al Senato, Marco Perosino di FIBP-UDC. Il Senatore ricorda che “il gioco pubblico è fermo dal 13 marzo 2020 sull’intero territorio nazionale, e si registrano effetti economici preoccupanti per i concessionari, le piccole aziende della distribuzione e i relativi lavoratori. Oramai, la condizione di incertezza e difficoltà per gli oltre 150.000 lavoratori del comparto è aumentata maggiormente a causa di mancati riscontri istituzionali”. Anche il Comitato XX (costituito all’interno della Commissione bicamerale sulle mafie, per monitorare le strategie attuate dalle organizzazioni criminali con la pandemia) “ha evidenziato attraverso diversi approfondimenti sul settore del gioco” e “l’esplosione dell’illegalità del comparto durante l’anno di chiusura dovuto all’emergenza sanitaria”. Secondo la ricerca pubblicata dalla Luiss Business School – IPSOS “l’aumento del mercato illegale potrebbe aver coinvolto fino a 4 milioni di giocatori e non tutti pienamente consapevoli”. Perosino ricorda infine anche il servizio trasmesso alcuni giorni fa dalle Iene in cui si mostrava una sala da gioco illegale in piena attività: “Tale vicenda non fa altro che alimentare la frustrazione dei 150.000 lavoratori del gioco lecito, che da oltre 9 mesi sono costretti a rimanere fermi, dando un vantaggio enorme alle organizzazioni criminali”. lp/AGIMEG