“Quella del gioco è una vera e propria industria, che occupa oltre 150 mila persone, ma non ha la stessa dignità, dal punto di vista politico e sociale, di altri settori, è sempre vista con pregiudizio”. E’ quanto ha dichiarato l’avvocato Paolo Leone, figlio dell’ex presidente della Repubblica Giovanni Leone, nel corso della diretta Facebook con il direttore di Agimeg, Fabio Felici. “La ricerca CNR-IFC ha mantenuto un profilo obiettivo: gioco fisico e gioco online non sono vasi comunicanti, questo dovrebbero capirlo anche i nostri legislatori. Troppo spesso ci si dimentica che l’85% delle giocate torna in vincite. Il gioco è intrattenimento, non si può criminalizzare il settore. Del 15% rimanente, l’11% va nelle casse dello Stato. Occorrerebbe che ci fosse da parte degli organismi interessati, come anche i Monopoli, una comunicazione corretta, non dico che si debba fare pubblicità al gioco, ma non dobbiamo neanche criminalizzarlo. L’amministrazione pubblica dello Stato deve essere un centro di informazione corretta nei confronti dei cittadini. Siamo in una giungla di provvedimenti nei confronti del gioco – ha evidenziato Leone – molti Comuni hanno legiferato in modo difforme, creando una confusione terribile. E’ una delle occasioni mancate della Conferenza Stato-Regioni, che doveva consegnare nelle mani dello Stato centrale il tema del gioco, invece con l’emergenza Covid la situazione è peggiorata, ogni regione ha avuto riaperture diverse. Il cittadino è sconcertato, mentre gli operatori sono penalizzati. L’industria del gioco è pienamente legittima, i concessionari di gioco sono partner dello Stato”. cr/AGIMEG