Operazione Jackpot, il Gip: “Il “sistema” Nicitra era consolidato da tempo su controllo e gestione attività economiche legate al gioco d’azzardo, attraverso slot e scommesse online illegali”

“L’ultimo movente, immutato nel tempo, resta il controllo del territorio e delle relative attività economiche nel settore del gioco d’azzardo ed illegale, dell’usura e dell’estorsione, con le collaterali attività di riciclaggio”. Sottolinea il Gip riguardo Salvatore Nicitra, ex boss della Banda della Magliana, che ha avuto una ordinanza cautelare in carcere insieme ad altre 37 persone, ritenute appartenenti a vario titolo a un’associazione a delinquere. L’operazione è stata svolta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Roma nelle province di Roma, Viterbo, Terni, Padova, Lecce, ma anche in Spagna ed in Austria. Per gli investigatori, Nicitra ha negli anni monopolizzato l’area a Nord della Capitale, assumendo il controllo con modalità mafiose del settore della distribuzione e gestione delle apparecchiature per il gioco d’azzardo, slot, videolottery, ma anche giochi e scommesse online, imposte con carattere di esclusività alle attività commerciali di Roma e provincia. Milioni all’estero, da Malta ad Hong Kong, passando per l’Europa dell’Est, come un tempo, incassati grazie ai Totem, piazzati a forza nei bar di Roma Nord, collegati a una piattaforma abusiva, che consentiva di sfuggire al controllo del fisco. Poi il business del lotto clandestino, ma anche le chiavette per far giocare in casa gli utenti. Nicitra, in un’intercettazione ricorda: “Io qui avevo le case da gioco più importanti di Roma e d’Italia io facevo il gioco con i soldi che guadagnavo neanche il casinò li guadagnava io”. “Chiariamo subito i ruoli: qua su Roma Nord tu non metti un chiodo e se mette un chiodo devi passà prima da me”. Il controllo del territorio era totale: Nicitra piazzava i suoi totem, collegati con una piattaforma all’estero nei locali, garantendo una buona entrata agli esercenti. Scrive il gip – come riporta Il Messaggero -: “Nicitra esercita un’egemonia assoluta per quanto attiene il gioco d’azzardo – lecito ed illecito – e in particolare sulla gestione dei giochi d’azzardo virtuali, eludendo completamente i controlli dei Monopoli di Stato. Per gestire in via diretta ed ufficiale tali attività apparentemente lecite, Nicitra si serve di diverse società tutte intestate a prestanome”. Nessuno osa opporsi: “In ragione di una sorta di intimidazione silente – spiega il gip – Nicitra e i suoi sodali si riescono ad imporre, facendo leva sul suo noto spessore criminale”. Centottantuno le sale sotto il suo controllo. Per installare i congegni elettronici l’organizzazione modificava i dispositivi elettronici alterati attraverso l’introduzione di una doppia scheda, che, grazie a una combinazione di tasti della consolle dell’apparecchio, o comunque di modifiche al software, consentiva l’accesso accanto a quelli leciti di giochi d’azzardo illeciti. Per ottenere il maggiore numero di sale, Salvatore Nicitra, approfittava del fatto che i principali attori nel settore del gioco d’azzardo, in passato, erano stati suoi collaboratori. “Capito qual è la forza mia… sono abbinato con tutti i rappresentanti dei siti più importanti che ci sono in Italia eh! E questi hanno lavorato tutti con me con i virtuali…”. Nel tempo, ai vecchi rapporti si sono aggiunti i nuovi, come quelli con gli albanesi, che per mettere anche loro piede nel business sono andati alla sua corte per chiedere permesso. Sulla vicenda si è espressa anche la Lega terni ringraziando la “magistratura e le forze dell’ordine per l’operazione che ha portato ad individuare anche qui persone quantomeno collegate ad organizzazioni che non si fanno scrupolo a gestire attività particolarmente odiose. I Comuni e le comunità di recupero non devono essere lasciati soli ma beneficino, per la messa in atto delle azioni di riabilitazione degli ospiti, parte della montagna di denaro che si incassa grazie ai giochi legali”. cdn/AGIMEG