La Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione conferma la custodia cautelare in carcere di un esponente di spicco della cosca ndragnhetista dei Labate, al centro dell’operazione Helianthus di gennaio scorso. Secondo gli inquirenti l’uomo avrebbe gestito per conto del clan diversi business tra cui quello delle scommesse e degli apparecchi da intrattenimento. L’indagato, nel ricorso, ha cercato di smantellare questa ricostruzione, ha ad esempio citato alcune intercettazioni telefoniche in cui diceva di “non essere a conoscenza delle regole di distribuzione dei proventi” delle scommesse, tanto che alla fine aveva deciso di “incassare personalmente le somme di denaro, ritenendole di propria pertinenza, senza destinarle alla consorteria”. La Cassazione non ha tuttavia preso in esame questa ricostruzione, visto che punta a attribuire “un significato diverso, rispetto a quello dei giudici del riesame, alle conversazioni intercettate poste a fondamento della provvista indiziaria”. E questo tipo di censure non sono consentite nel caso del ricorso per Cassazione.
L’operazione Helianthus – che ha condotto all’arresto di 14 persone – ha smascherato un vasto giro di estorsioni perpetrate ai danni degli imprenditori reggini. Inoltre ha consentito di fare luce sugli interessi dei Labate nei settori delle scommesse online, slot illegali e corse clandestine di cavalli. lp/AGIMEG