Operazione Gambling, Musolino (Sost. Procuratore di Reggio Calabria) ad Agimeg: “Evidente la falla nel sistema normativo italiano in tema di scommesse. Alcune sentenze della CGE hanno favorito associazioni che generavano flussi economici fuori controllo”

“Stiamo portando avanti le indagini, attraverso collaborazioni con la Germania e soprattutto con Malta, le cui autorità si stanno mostrando molto disponibili. Il problema però è tutto italiano e sta negli interessi di società collegate alla ‘ndrangheta e alla mafia. Hanno cercato di sfruttare una evidente falla del sistema normativo italiano sul gioco, e in particolare sulle scommesse sportive. Alcune sentenza della Cge, interpellata dai bookmaker che consideravano discriminatorio il sistema concessorio italiano, hanno creato una giurisprudenza favorevole agli escamotage di tali associazioni”.

Sono le parole rilasciate ad Agimeg  da Stefano Musolino, Sostituto Procuratore di Reggio Calabria che sta coordinando le operazioni di  sequestri patrimoniali a seguito dell’operazione Gambling condotta da Carabinieri, Guardia di Finanza, squadra mobile e Dia di Reggio Calabria – in collaborazione con Scico e Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche di Roma della finanza – che ha portato al sequestro di beni per 25 milioni di euro – 21 società italiane ed estere, 31 siti nazionali e internazionali, 36 immobili.
“Queste organizzazioni hanno provato a superare delle falle del sistema italiano per lucrare attraverso le scommesse sportive e altri giochi. Va detto però che poker e altri settori del gaming non rappresentavano un mercato così interessante”, ha aggiunto. “Attraverso concessioni regolarmente ottenute a Malta o in altri paesi per il gioco online – ha aggiunto Musolino – venivano aperti conti di gioco a nome del titolare, o dei parenti dello stesso, di una sala fisica. Questo perché è abitudine degli italiani pagare la scommessa e avere uno scontrino, per ritirare poi la vincita. Qualcuno di fatto effettuava la giocata al posto dello scommettitore e operava come se fosse un vero concessionario. Un sistema secondo noi illecito e che generava flussi economici fuori controllo. Non solo, si tratta di un sistema che consente di alle mafie di riciclare il denaro sporco attraverso vari metodi. Il più classico è quello della sure bet: il bookmaker in pratica fingeva di sbagliare le quote per le scommesse, simulando una forte perdita e attraverso questi flussi di gioco andava a creare grandi entrate per società difficilmente rintracciabili”. cz/AGIMEG