La Squadra Mobile della Questura di Pistoia ed il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Pistoia hanno dato oggi esecuzione a 12 misure cautelari personali (9 in carcere e 3 agli arresti domiciliari) ed a sequestri di patrimoni illeciti e di complessi aziendali, per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro, in esecuzione dei provvedimenti emessi dal G.I.P. del Tribunale di Pistoia, su richiesta della Procura della Repubblica di Pistoia, che ha disposto anche perquisizioni, nei confronti di soggetti ritenuti responsabili, fatta salva la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva, di aver organizzato e gestito, nelle province di Pistoia e Prato, plurime attività illecite, tra loro interconnesse, quali estorsioni in danno di imprenditori, la gestione di sale adibite a scommesse clandestine, l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, la sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e lo spaccio di sostanze stupefacenti.
Le indagini erano state innescate, agli inizi del 2022, dalla denuncia sporta da una coppia di imprenditori che gestivano due locali di ristorazione/intrattenimento in Montecatini Terme ed a Pieve a Nievole (PT), i quali, dopo aver inizialmente accondisceso ad alcune richieste estorsive, esasperati e preoccupati per le continue minacce ed ulteriori pretese di denaro, avevano deciso di rivolgersi al Commissariato P.S. di Montecatini Terme, segnalando di essere vittime di estorsione da parte di un soggetto di origine cinese, spalleggiato da due pregiudicati italiani, che intendeva così costringerli a cedergli le loro attività commerciali.
La Procura della Repubblica di Pistoia, dopo una prima fase delegata alla Squadra Mobile della Questura di Pistoia, durante la quale emergeva subito la caratura criminale di due pregiudicati italiani e di un soggetto di origine cinese (gravato da numerosi precedenti per frode fiscale), nonché l’ampiezza dei loro interessi illegali, riteneva opportuno avvalersi del contributo investigativo specialistico di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, per ricostruire la posizione di quest’ultimo ed il suo giro di affari illeciti, mentre la Polizia di Stato proseguiva in parallele e coordinate indagini sugli episodi estorsivi e sugli ulteriori reati (gestione di sale per scommesse illegali, in provincia di Prato, e spaccio di stupefacenti, in quella di Pistoia) in cui risultavano implicati i primi.
Le attività condotte dalla Squadra Mobile, un’articolata attività investigativa, durata oltre un anno e svolta anche attraverso attività tecniche (intercettazione, telefonica, ambientale e telematica) nonché riscontri investigativi sul territorio, ha consentito di ricostruire l’esistenza di un pervicace fenomeno estorsivo e di un vero e proprio “sistema” di scommesse illegali e clandestine. Tali scommesse, è stato accertato, si svolgono sia online su appositi siti clonati, sia in luoghi fisici costituiti da sale slot ubicate nel comune di Prato, nominalmente riconducibili a cittadini cinesi ma di fatto in mano a due dei soggetti sottoposti a misura cautelare, che ne dispongono pienamente alla stregua di veri e propri titolari, avvalendosi di vari collaboratori.
Le misure sono state eseguite con il concorso operativo delle Squadre Mobili di Prato, Roma, Latina, Lucca e Massa Carrara. Per l’esecuzione del provvedimento sono stati impiegati circa 90 poliziotti, con il concorso operativo dei Reparti Prevenzione Crimine, unità cinofila di Firenze, Nucleo centrale della Polizia dei giochi e delle scommesse del Servizio Centrale Operativo (Sco) della Direzione Centrale Anticrimine nonché degli specialisti del Servizio di Polizia Scientifica di Roma, esperti nell’uso di apparati ad alta tecnologia come il georadar, sofisticata apparecchiatura che scannerizza ogni parete, in cerca di vani occulti o intercapedini nascoste.
Le investigazioni sviluppate dalla Sezione di Polizia Giudiziaria – aliquota Guardia di Finanza e dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Pistoia – parimenti basate sull’efficace connubio tra attività tecniche e riscontri investigativi sul territorio, cui si sono affiancati l’analisi e l’incrocio delle risultanze desumibili dal patrimonio informativo presente nelle numerose banche dati in uso al Corpo – oltre a raccogliere importanti elementi di riscontro utili alle indagini condotte dalla Polizia di Stato (atteso che le richieste estorsive erano formalmente “giustificate” da contratti di prestazioni di servizi a condizioni antieconomiche e, in parte, da richieste di saldo di fatture per operazioni inesistenti, tanto che l’estorsore, in un caso, era perfino riuscito a trarre in inganno un Tribunale, ottenendo l’emissione di un decreto ingiuntivo, poi risultato affetto da falsità ideologica), permettevano di far emergere come uno degli indagati, 43enne di origine cinese, fosse una sorta di “primula rossa” dedita, da oltre vent’anni, all’acquisizione occulta di attività economiche, che poi gestiva in spregio della normativa fiscale, spesso per interposta persona, spogliandole del loro patrimonio e senza onorare decine di milioni di euro di debiti tributari.
Lo stesso, dopo aver fissato il proprio centro di interessi a Prato, ha iniziato ad acquisire imprese, di diversi settori economici, oltre che nel pratese, anche nell’area fiorentina, per poi infiltrarsi, attraverso le suddette condotte estorsive, nell’area della Valdinievole.
Allo stato del procedimento e fatte salve le successive valutazioni in merito all’effettivo e definitivo accertamento delle responsabilità, sulla base degli elementi di prova sinora raccolti, e secondo l’ipotesi vagliata dal Giudice nel provvedimento, è quindi emerso che, a partire dal 2017, il predetto avrebbe così gestito occultamente, senza mai apparire direttamente ed intestandone la titolarità a parenti ed affini di origine sinica, 6 società, delle quali 5 tuttora attive, continuando a frodare il fisco con false fatturazioni incrociate (per un imponibile complessivo di 460.780 euro ed I.V.A. pari ad 92.077 euro), in parte predisposte da un commercialista pratese connivente, sottraendo alle possibili pretese erariali più di 544.000 euro, trasferiti in Cina grazie a documentazione fittizia, e manifestando un elevato tenore di vita, che gli consentiva di utilizzare auto di lusso, prese in leasing a nome delle imprese controllate, e di frequentare esclusive località turistiche.
Le Fiamme Gialle pistoiesi hanno pertanto provveduto a dare esecuzione ai provvedimenti emessi dall’Autorità Giudiziaria, rintracciando e traendo in arresto il cittadino cinese a Prato, presso la propria abitazione non dichiarata, ed effettuando 12 perquisizioni locali, nelle province di Pistoia, Firenze, Prato e Lodi, nei confronti del medesimo e di altri 3 soggetti indagati (tra cui un dottore commercialista), con contestuale notifica delle relative informazioni di garanzia.
Sono contestualmente state eseguite le operazioni di sequestro di disponibilità finanziarie, beni immobili e mobili registrati, per oltre 544.000 euro, nel cui ambito, tra l’altro, presso 2 abitazioni, sono stati reperiti e sequestrati oltre 30.000 euro in contanti.
Inoltre, sono state sottoposte a sequestro ed affidate all’Amministratore Giudiziario nominato dal Tribunale di Pistoia le 5 aziende di fatto gestite dal suddetto cittadino cinese del valore attuale stimato di 797.682 euro. Si tratta, in particolare, di una S.r.L. con sede a Firenze, che gestisce due hotel (a due e quattro stelle) ed un b&b nel centro di Firenze, di tre S.r.L., con sede in Prato ed a Poggio a Caiano (FI), che gestiscono locali di ristorazione a Prato e Firenze, e di un’altra S.r.L. esercente l’attività di confezione di capi di abbigliamento in Campi Bisenzio (FI).
cdn/AGIMEG