Sono ventinove gli indagati nell’inchiesta antimafia “Dirty Slot” che ha portato all’arresto di dieci persone e un sequestro di beni per 7 milioni di euro eseguiti dai finanzieri del Gico di Lecce. Il pubblico ministero della Dda di Lecce ha fatto notificare un avviso di chiusa inchiesta per i presunti componenti dell’organizzazione criminale legata al clan “Coluccia” e ad alcune frange brindisine della Sacra Corona Unita, capace di imporre con metodi mafiosi l’avvio, la gestione e il controllo del mercato del gaming e del gioco d’azzardo legale ed illegale nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto. Secondo quanto emerso dall’operazione, l’organizzazione gestiva un vorticoso giro d’affari nel settore delle slot e nella raccolta di scommesse per eventi sportivi, fatte confluire sulle piattaforme informatiche di bookmaker stranieri. Nel comprensorio di Galatina (La), numerosissimi gestori di bar, ristoranti e sale da gioco sono stati costretti, con l’imposizione della forza intimidatoria del vincolo mafioso ad installare oltre 400 slot e videopoker di proprietà delle società degli imprenditori arrestati, patendo in caso contrario minacce, attentati e ritorsioni, in alcuni casi, anche fisiche, da parte degli uomini del clan. Le indagini hanno dimostrato l’egemonia in diverse aree del Salento e fuori Regione, un business di milioni di euro legato alle scommesse sportive a quota fissa, ma illegali perche’ collegate a network esteri ed al gioco d’azzardo anche attraverso slot manomesse per interrompere i flussi telematici di comunicazione ai Monopoli di Stato. lp/AGIMEG