Olanda, Spagna e Israele, prove di normalità: al via prime riaperture

In Europa, lo scorso fine settimana, ci sono stati i primi tentativi di tornare alla vita pre-Covid. L’Olanda, grazie al progetto finanziato dal Governo ‘Back to live’, sono stati ammessi 5.000 spettatori alla partita di qualificazione per i Mondiali del 2022 in Qatar tra Olanda ed Estonia. Il protocollo che è stato seguito prevedeva test rapidi in sezioni dedicate; se il test risultava negativo si procedeva alla creazione di un QR Code da mostrare agli steward per poter entrare allo stadio; infine, gli spettatori erano distanziati tra di loro. L’Olanda sembra lo Stato europeo più all’avanguardia sotto questo punto di vista poiché già lo scorso 21 marzo aveva concesso a 1.500 di seguire un concerto ad Amsterdam con regole molto simili. Il 27 marzo anche Barcellona ha ospitato il primo concerto dal vivo con 5.000 spettatori che hanno seguito lo stesso iter, ma all’interno non era previsto il distanziamento sociale. Unico obbligo: indossare sempre la mascherina.

La situazione in Israele

Israele è sicuramente lo Stato che sta andando verso la normalità più velocemente di tutti gli altri, avendo più del 50% della popolazione vaccinata con entrambe le dosi del vaccino prodotto dalla Pfizer. tale traguardo ha permesso alle famiglie allargate hanno potuto festeggiare insieme la festività di Pesach, la Pasqua ebraica, iniziata sabato sera. “Festeggiamo la libertà dalla schiavitù d’Egitto e da quella di Zoom” è la battuta ricorrente. A Gerusalemme la Chiesa Cattolica ha celebrato la domenica delle Palme con migliaia di partecipanti che hanno potuto unirsi alla tradizionale processione dal Monte degli Ulivi alla Città Vecchia, dando inizio alla Settimana Santa. In Israele, grazie alla regola del ‘Green Pass’, sono venute meno tutte le restrizioni concedendo ad ogni settore economico di riaprire i battenti. ac/AGIMEG