Tar Lombardia sospende fasce orarie a Brescia: “Serviva un’analisi sulla diffusione delle ludopatie”

Il Tar Lombardia sospende le fasce orarie adottate dal Comune di Brescia e fissa la discussione di merito al prossimo 5 luglio. In un’ordinanza appena pubblicata, la Sezione Staccata di Brescia accoglie le richieste avanzata da una serie di operatori, anche se per prima cosa puntualizza che le fasce orarie adottate dal Comune non violano il principio di proporzionalità: “la sospensione imposta inciderebbe per sei ore, sulle quindici di apertura massima consentita dall’art. 15 del Regolamento”. Accoglie invece i dubbi sull’insufficienza dell’istruttoria condotta prima di adottare l’atto e sulla carenza di motivazione: “né nel provvedimento, né negli atti in esso richiamati (…) è rinvenibile un adeguato e sufficiente riferimento, né a dati evidenzianti situazioni di particolare problematicità per il Comune di Brescia”,  da giustificare “una misura particolarmente incisiva” come la riduzione dell’orario di gioco, “né a indicazioni scientifiche relative all’utilità delle scelte operate nello specifico per la lotta alla ludopatia”. Il Collegio sottolinea quindi che il Comune solamente nelle memorie difensive – e non nei provvedimenti impugnati – fa riferimento alle iniziative che ha assunto “per la lotta alla ludopatia”, ma in ogni caso senza dimostrare “l’utilità dell’imposizione della sospensione del gioco in talune fasce orarie nel contrasto alla ludopatia”. Inoltre – anche in questo caso solamente nelle memorie – il Comune ha fatto riferimento a provvedimenti simili adottati in altri Comuni che sono stati ritenuti legittimi dai giudici. Ma questi provvedimenti – sottolinea ancora il giudice – facevano leva su “specifici riferimenti alla particolare situazione locale”,  su una “puntuale individuazione delle ragioni che hanno determinato l’intervento” e su “evidenze scientifiche relative all’utilità dell’intervento”; tutti elementi che “risultano mancanti nel caso di specie”. In sostanza, quindi, conclude il Tar Brescia, il Comune “non ha evidenziato una situazione emergenziale tale da giustificare la prevalenza dell’interesse pubblico su quello dei ricorrenti”. rg/AGIMEG