Penali New slot. ‘Urgente e doveroso verificare eventuali responsabilità sul piano amministrativo’

Nella seduta di ieri alla Camera diversi parlamentari hanno presentato un’interpellanza urgente rivolta ai ministri dell’Economia e delle Finanze e della Salute con la quale chiedono di sapere se non si ritenga “urgente e doveroso” verificare eventuali responsabilità sul piano amministrativo e disciplinare dal momento che, come spiegano gli onorevoli, “la riduzione dell’ammontare della penale sarebbe da ricondurre ad una diversa quantificazione del danno e dei singoli addebiti, anche a causa delle omissioni nelle attività di controllo contestate a due dirigenti dei Monopoli di Stato” e assumere iniziative normative per definire meglio l’esercizio del controllo pubblico e la certezza della pena, al fine di evitare che venga vanificato l’operato delle forze dell’ordine e si dia la distorta percezione di favorire il mancato rispetto delle regole, in un settore che è peraltro soggetto ad infiltrazioni della criminalità organizzata”.

 

Di seguito il testo dell’interpellanza:

(ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell’economia e delle finanze, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

in data 22 novembre 2012, il quotidiano Avvenire, in un articolo a firma di Nello Scavo, segnalava l’inchiesta che ha portato alla contestazione di penali, da parte della Corte dei conti, sentenza del 17 febbraio 2012, per quasi 100 miliardi ai 2012 gestori dei giochi Atlantis World, Giocolegale limited, Snai spa, Sisal spa, Gmatica srl, Cogetech spa, Gamenet spa, Lottomatica Videolot Rete spa, Cirsa Italia srl, H.b.G. Srl e Codere spa;

da quanto si apprende dalla citata fonte di stampa, gli stessi concessionari delle slot machine ne verseranno circa 2,7, miliardi di euro, salvo ulteriori riduzioni risultanti dai ricorsi ancora in corso;

le contestazioni riportate dalla Corte dei conti riguardavano il mancato collegamento degli apparecchi alla rete telematica dello Stato, gestita da Sogei;

sempre lo stesso quotidiano, in un’intervista al generale Umberto Rapetto, che per due anni ha lavorato all’inchiesta sulla evasione fiscale dei concessionari del gioco d’azzardo, riportava le affermazioni dello stesso generale: « A fronte degli addebiti della Procura della Corte dei Conti si è innescata una corsa per scongiurare il pagamento delle somme computate. Si è parlato di cifre “irragionevoli” e si è fatto riferimento a “multe”. Niente affatto. Erano “penali” concordate dai contraenti, su entrambi i fronti rappresentati da persone responsabili e in piena capacità di intendere e di volere. Nella primavera scorsa le società concessionarie e alcuni dirigenti dei Monopoli sono stati condannati al pagamento di complessivi 2 miliardi e 700 milioni di euro, poca cosa rispetto a quel che si era quantificato: tutte le interpretazioni contrattuali e tecniche erano andate a favore di chi non aveva rispettato o non aveva fatto rispettare il fin troppo chiaro contratto di concessione »;

lo stesso giornalista nel ricostruire la vicenda spiegava: « La connessione telematica ha il compito di rilevare il reale giro d’affari di ogni singola slot-machine in modo da determinare la correttezza del montepremi e il gettito erariale. L’esorbitante ammontare delle penali viene ricavato dalla convenzione di concessione stipulata nel 2004, che prevedeva (prima di una modifica nel 2008) una penale di 50 euro per ogni ora di mancato collegamento alla rete. Il numero degli apparecchi muniti di autorizzazione entro settembre del 2006 era raddoppiato e già a gennaio 2007 le macchinette da interrogare erano quasi 270mila »;

la riduzione dell’ammontare della penale sarebbe da ricondurre « ad una diversa quantificazione del danno e dei singoli addebiti, anche a causa delle omissioni nelle attività di controllo contestate a due dirigenti dei Monopoli di Stato »;

la Corte dei conti, nella citata sentenza del 17 febbraio 2012, ribadiva che l’indagine della Guardia di finanza « non ha evidenziato soltanto uno sperpero di risorse pubbliche a causa del pagamento per un servizio pubblico non reso, ovvero reso solo in parte, ma ha messo in luce gravissime illegalità che hanno escluso quasi del tutto l’esercizio del controllo pubblico sul gioco »;

negli ultimi anni, fino a recenti provvedimenti approvati dal Parlamento, la sensibilità verso la trasparenza dei giochi d’azzardo e quindi la definizione più capillare della gestione degli stessi, nonché il riconoscimento delle ludopatie come malattie che interessano anche i giovani, elevate a priorità da prevenire, è ampliamente cresciuta, cercando di contemperare l’esercizio del gioco responsabile agli introiti che ne derivano per lo Stato –:

se non si ritenga urgente e doveroso verificare, per quanto di competenza, eventuali responsabilità sul piano amministrativo e disciplinare in relazione a quanto emerso in premessa e assumere iniziative normative per definire meglio l’esercizio del controllo pubblico e la certezza della pena, al fine di evitare che venga vanificato l’operato delle forze dell’ordine e si dia la distorta percezione di favorire il mancato rispetto delle regole, in un settore che è peraltro soggetto ad infiltrazioni della criminalità organizzata.

« Bobba, Bachelet, Baretta, Bellanova, Boccuzzi, Bossa, Capodicasa, Carella, Marco Carra, Dal Moro, De Pasquale, Fabbri, Farinone, Fiano, Fogliardi, Gnecchi, Grassi, Iannuzzi, Lenzi, Lucà, Lulli, Marchi, Marchioni, Mattesini, Mosella, Narducci, Peluffo, Pezzotta, Piccolo, Poli, Rampi, Realacci, Rubinato, Sarubbi, Schirru, Servodio, Tullo, Livia Turco, Verducci, Villecco Calipari, Binetti ».