Neri (ANCI): “Sul tema del gioco il problema principale è la sovrapposizione di regole avvenuta nel corso degli anni”

“Nel corso degli ultimi 8-9 ci siamo confrontati spesso su questo tema con gli attori principali: dagli operatori alle istituzioni. Il tema del Gioco d’Azzardo Patologico non credo si possa affrontare in maniera solitaria, ma serve una condivisione d’intenti. Il problema fondamentale è la separazione delle competenze e delle deleghe. Questo negli anni ha portato ad una sovrapposizione di leggi, regolamenti e ordinanze. Nell’ambito sanitario anche le Regioni si sono sentite legittimate a regolamentare questo settore e ormai ogni amministrazione regionale ha adottato una propria norma e si sono tutte appiattite sulla misura del distanziometro”. E’ quanto ha affermato la rappresentante dell’Anci, Simona Neri, durante il Webinar “La tutela dei consumatori nei giochi pubblici. Gli esercenti tra regolazione e responsabilità” organizzato da Fipe-Confcommercio.

“Gli enti locali sono sicuramente le sentinelle del territorio e i primi a subire gli effetti delle problematiche che derivano dal gioco problematico. In Toscana, i Comuni hanno cercato di gestire in modo omogeneo il tema del contrasto al gioco patologico organizzandosi attorno ad un tavolo regionale, di cui io sono stata la coordinatrice. Il tema fondamentale è quella di avere una voce in capitolo in merito alla distribuzione territoriale dei punti giochi, perché c’è una correlazione tra il numero di questi esercizi e le richieste al SerD.

“In Toscana abbiamo anche la facoltà di gestire le risorse che vengono dal piano di contrasto al gioco patologico, poiché dal 2015 nella finanziaria dello Stato sono inseriti 50 milioni di euro annui che sono distribuiti proporzionalmente a tutte le regioni italiane. Una delle misure che abbiamo deciso di mettere in atto è stata la formazione ai nostri dipendenti del Suap e i vigili urbani, proprio per destreggiarsi tra tutti i regolamenti in essere sul settore. I Comuni chiedono di avere una chiarezza maggiore rispetto ai livelli decisionali e possibilmente partire dall’accordo della Conferenza delle Regioni del 2017 a cui non è stato dato seguito con i decreti attuativi. C’è stato un tentativo dell’ultimo Governo di attuare una Legge quadro ma anche questa pare ormai ferma. Anche noi speriamo in un riordino che possa eliminare questa frammentazione di norme e speriamo che gli enti locali vengano coinvolti nella redazione della norma”. ac/AGIMEG