Musicco (pres. onorario Sapar) “Anche l’Adm scesa in campo per difendere il gioco. Ma la stessa sensibilità va dimostrata per tutti i giochi”

“Finalmente anche l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli è scesa in campo in difesa del gioco pubblico” commenta Lorenzo Musicco, presidente onorario della associazione SAPAR in riferimento al comunicato di ADM sul servizio de “Le Iene”, sulle videolotteries (VLT).
“La puntata di mercoledì scorso – osserva Musicco – per l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli era ‘una informazione destituita di ogni fondamento’ e, proprio come deve fare l’Authority di riferimento del settore, prontamente l’ha smentita con un apposito comunicato. Il gioco è un servizio pubblico, si tratta di un prodotto molto delicato, il consumatore merita una informazione corretta e la massima sicurezza nell’offerta. Per questo è importante che l’ADM fornisca anche tutti i dati che definiscono le operazioni di raccolta, incassi e vincite pagate, numero di installazioni, numero di operatori e comunichi chiaramente attraverso la stampa e le istituzioni preposte tutti i dettagli tecnici e contabili sulle attività di raccolta. Non basta una semplice dichiarazione ma serve applicare sempre e per tutti i giochi trasparenza e coerenza di comportamento”. “La stessa modalità di intervento – spiega Musicco – avrebbero meritato i sospetti che la giornalista Nadia Toffa ha gettato in una precedente puntata de Le Iene sulla gestione delle Newslot, ma l’ADM non ha mostrato la stessa sensibilità per le conseguenze della comunicazione di quelle accuse mosse nei confronti della raccolta con apparecchi pure conformi allo stesso art.110 comma 6 del TULPS. Anche le Newslot sono un prodotto dell’offerta di gioco pubblico, gestite dagli stessi concessionari che gestiscono le VLT, omologate e controllate da SOGEI e dall’ADM, proprio come le VLT, anche se di proprietà di altri operatori. Nessuno ha difeso i gestori o il prodotto in quella occasione”. “Questo diverso trattamento riservato alle due tipologie di apparecchio – conclude Musicco – non trova giustificazione se non nella volontà di privilegiare un prodotto rispetto l’altro, una filiera distributiva rispetto l’altra, una azienda rispetto l’altra. Un modo di applicare la discrezionalità amministrativa se non scorretto comunque dubbio, che lascia trasparire l’intenzione di discriminare alcuni operatori”. lp/AGIMEG