“Finalmente questo decreto attuativo è stato firmato e ha proseguito il proprio iter. Ora prevedrà altre burocratiche lungaggini e, quindi, la verifica con la Commissione. Quindi, insomma, ci vorrà ancora del tempo, però siamo soddisfatti anche di quello che ha annunciato in coda, in chiusura, rispetto al suo impegno e rispetto anche a questo retroscena sul parere rimasto fermo negli uffici. Colleghi, stiamo parlando di un decreto attuativo sulla legge del tax credit per le aziende del videogame, che è stata approvata nel 2016, indovinate da chi – proposta, poi approvata dal Parlamento nella passata legislatura-? Dal Ministro Franceschini, che non è un omonimo del Ministro Franceschini attuale: è proprio la stessa persona! Quindi, noi e tutti gli amici che ci ascoltano, e soprattutto gli operatori del settore che ci ascoltano in via streaming, dobbiamo comprendere che, fatta la legge, per fare un decreto attuativo sono passati anni. Abbiamo scoperto oggi, solo grazie alla trasparenza della posizione della risposta della sottosegretaria Borgonzoni, che questo decreto attuativo, che è quello che rende operativa una misura, fermo restando che deve ancora completare l’iter, dopo cinque anni era rimasto fermo, perché qualcuno, qualche manina, l’aveva messo in un cassetto e non aveva chiesto al Mise il parere relativo. Quindi, o si tratta di una assoluta inefficienza – e chi è responsabile di questo dovrebbe essere destinato a un altro incarico – oppure c’è un’intenzionalità politica, per cui questo tax credit era figlio di un dio minore e, quindi, non poteva essere applicato, come è stato fatto giustamente per il cinema e come Fratelli d’Italia da anni si batte perché venga esteso anche al teatro. E facciamo su questo anche un appello alla sottosegretaria Borgonzoni, affinché questa formula positiva di sussidiarietà attiva e fiscale possa essere estesa anche, appunto, al teatro. Quindi, su questo c’è una forte responsabilità del Ministro Franceschini in tutte le sue varianti, sembra ormai un po’ la selezione delle capsule della Nespresso: c’è il Franceschini di una legislatura, il Franceschini di un’altra legislatura, a seconda delle stagioni politiche. Bene, noi, quando è stato necessario, quando è necessario, con grande onestà intellettuale lo abbiamo anche elogiato quando fa cose giuste, però questa è la dimostrazione che qualcosa nei suoi uffici non funziona, perché questa interrogazione è stata presentata nel maggio 2020. Quindi, noi ci assumiamo e ci prendiamo anche il merito di aver sollevato ed essere piombati come un falco, istituzionalmente parlando, su un decreto attuativo che era rimasto lettera morta. E come questo, colleghi, ce ne sono decine, di decreti attuativi, di leggi approvate, di finanziamenti approvati, che non sono diventati ancora operativi per insipienza o perché, magari, qualcuno è più decreto attuativo di altri. Quindi, su questo Fratelli d’Italia alzerà una forte vigilanza. Non vorremmo che, al di là della trasparenza, sottosegretario Borgonzoni, qualcuno considerasse il Parlamento un’inutile incombenza per il Governo. Vedete, l’industria videoludica vale più di 2 miliardi nel contesto nazionale, ma ha subito una netta contrazione dei ricavi proprio a causa della drastica riduzione dei già limitati investimenti esteri e delle commesse per i videogiochi non commerciali da parte dei committenti pubblici e privati. Il videogioco è un prodotto intergenerazionale anche culturale – da qui la natura di questo provvedimento – che si afferma sempre di più come crocevia tra tecnologia, creatività italiana, trasmissione di contenuti e intrattenimento. Riteniamo, quindi, sia importante porre anche un’attenzione maggiore agli sport in crescita esponenziale, sia per attrarre grandi eventi internazionali, sia per facilitare l’apprendimento delle materie STEM, focus per la competitività nazionale. Già con il collega Butti proponemmo di riconoscere gli sport elettronici che facessero riferimento ai valori della Carta olimpica. Sottosegretario, ora, dopo la notifica, bisogna assicurarsi che la misura possa diventare operativa al più presto. A novembre, infatti, saremo a 5 anni di distanza dalla legge del cinema, che l’ha istituita. Vogliamo sottolineare l’aspetto finanziario: il 3 febbraio, un decreto ministeriale prevedeva una dotazione finanziaria di 13 milioni di euro per questa misura. Con un altro decreto è stata ridotta di 8 milioni, portandola a 5: quindi, invece di aumentare un provvedimento come questo, è stato diminuito. Chiediamo, quindi, che si investa nel tax credit per videogiochi, portandolo fino a 40 milioni nel 2020, insieme ad altri Paesi europei. Appare evidente che la dotazione è pesantemente sotto finanziata”. E’ quanto ha detto il deputato Federico Mollicone (FdI). cdn/AGIMEG