“Stiamo incentivando il gioco online a discapito del gioco fisico. E’ questo l’effetto della decisione di rinviare il riordino del gioco fisico alla fine del 2026. Questo è un tema che ci dovrebbe spingere a non rassegnarci. Dovremmo già riaprire la discussione sul gioco online perché cominciamo a vedere i difetti delle nuove regole: non è adeguatamente regolato rispetto al tema della prevenzione delle patologie”. Ha sottolineato il deputato Virginio Merola (PD) durante il convegno “Stati generali del gioco – La riforma nasca dal confronto e rimetta al centro la tutela della persona” in corso alla Camera.
“E non è neanche adeguatamente regolamentato rispetto alla illegalità. Mancano fasce orarie per giocare e non è altrettanto facile uscire dalla piattaforma di gioco rispetto a quanto sia semplice entrare. Mancano norme per limitare la profilazione dell’utente da parte degli operatori. E non c’è stato alcun emendamento dell’opposizione rispetto a quello che è stato deciso dal Governo. Quello che abbiamo fatto in questi anni è stato un tentativo di limitare un fenomeno di fronte al quale ci siamo sentiti inadeguati”, ha detto.
“Per il gioco fisico può apparire solo compensativo continuare a pensare a distanziometri e fasce orarie, ma se avessimo strumenti veri per i Comuni potremmo raggiungere delle posizioni di convergenza. Penso che proporrò alla Commissione Finanze della Camera un’indagine conoscitiva partendo dai dati su spesa dei giocatori e introiti fiscali e sul fatto che i soldi spesi in questo settore vengono rispesi in questo settore. E non c’è alcuna possibilità di ricaduta su altre filiere produttive. A differenza, per esempio, dell’automotive. Quindi, mi piacerebbe capire, come Commissione Finanze, perché la domanda di consumo del gioco genera domanda sempre di consumo di gioco. Vorrei che si facesse un approfondimento sulle ricadute o meno della domanda di consumo”, ha concluso. gpm/AGIMEG