MEF: nel 2018 da giochi e lotterie entrate totali a 13,9 miliardi di euro, da Slot e Vlt 5,8 miliardi

Nel 2018 le entrate derivanti dalla gestione di giochi e lotterie sono state pari a 13,9 miliardi di euro. Lo scrive il Ministero dell’Economia nella Relazione Illustrativa che accompagna il Rendiconto Generale dello Stato del 2018. I proventi derivanti dalla vendita dei biglietti Gratta e Vinci sono stati pari a 9,1 miliardi, le lotterie online hanno invece registrato entrate per 32,8 milioni, 1,5 miliardi dal gioco del bingo fisico e 144 milioni dal bingo online. Si registrano anche 750 milioni di entrate derivanti dalle concessioni del diritto di esercizio delle attività correlate alle lotterie nazionali ad estrazione istantanea. In lieve calo i proventi del Lotto, rispetto alla previsione definitiva di 7,65 miliardi si sono infatti raggiunti i 7,48 miliardi. Nel dettaglio, i proventi derivanti dal gioco del Lotto e dagli altri giochi numerici a quota fissa sono stati pari a 4,48 miliardi per le estrazioni del sabato, e di 2,99 miliardi per le infrasettimanali, per un totale di quasi 7,5 miliardi. Le vincite si sono attestate a 5,05 miliardi. La ritenuta sulle vincite del gioco del Lotto è stata invece pari a 442 milioni. Il prelievo erariale sugli apparecchi da intrattenimento (Slot e Vlt) è stato di 5,8 miliardi. Sul fronte degli aggi, si registrano 1,8 miliardi di euro da corrispondere ai concessionari delle lotterie a titolo di aggio e 2,5 miliardi da versare all’entrata per gli aggi e compensi trattenuti dai concessionari e dai rivenditori dei giochi. La restituzione delle cauzioni versate dai concessionari dei giochi è invece stata pari a 245,4 milioni nel 2018, mentre le spese relative al pagamento delle vincite di giochi, scommesse, bingo e lotterie sono state di 3 miliardi. Il Ministero, per quanto riguarda il settore dei giochi, iscrive dei resti da riscuotere nella voce “Servizi pubblici minori”: in particolare evidenzia “1.825 milioni generati principalmente dalla gestione del gioco del bingo”. Si ricorda che lo scorso aprile il Consiglio di Stato ha congelato sia la gara del bingo, sia quella delle scommesse (dal momento che le previsioni delle leggi regionali contro le ludopatie impediscono di aprire le nuove sale), per la prima il Ministero segna tra le competenze di cassa circa 61,5 milioni, per la seconda oltre 469 milioni. Il versamento in entrata dei flussi finanziari generati dalla scommesse ippiche in agenzia è stato invece di 431 milioni di euro. Dai giochi di abilità con vincite in denaro nel 2018 le entrate erariali sono state pari a 60,4 milioni di euro, cui vanno aggiunti 162,7 milioni come quota del 12,25% dell’incasso lordo dei proventi derivanti allo Stato dall’esercizio dei giochi di abilità e concorsi a pronostico. Si registrano infine 17,2 milioni di euro per quanto riguarda il contenzioso in materia di giochi e lotterie e restituzione delle cauzioni. “La formazione dei residui di versamento è riconducibile – si legge ancora nella Relazione – anche alle quote dei proventi dei giochi statali in concessione trattenute dai concessionari a titolo di aggio e per il pagamento delle vincite di piccolo importo che gli stessi possono erogare direttamente ai giocatori. Tali somme sono oggetto di regolazione contabile, a carico di appositi capitoli di spesa del Ministero dell’economia e delle finanze, nel corso dell’esercizio e, per le giocate che si riferiscono agli ultimi mesi dell’anno, nell’esercizio successivo. Questi residui hanno assunto una dimensione più rilevante a seguito dell’accorpamento dell’Azienda autonoma dei Monopoli di Stato nell’Agenzia delle dogane che ha comportato il passaggio nel bilancio dello Stato (a partire dall’esercizio finanziario 2013) della gestione contabile dei giochi in concessione e la conseguente registrazione in bilancio dei relativi proventi lordi. Prima di tale accorpamento, il fenomeno era limitato al solo gioco del lotto per il quale il bilancio statale già registrava i proventi al lordo degli aggi e delle vincite”. cr/AGIMEG