dal nostro inviato – “Dal 2004 stiamo lavorando sul contrasto al match-fixing. Bisogna ricordare che questo fenomeno non riguarda un solo aspetto, ma riguarda la legislazione, lo sport e la prevenzione. Dal 2015 collaboriamo con l’Interpol per cercare di avere un’azione comune contro il fenomeno. Stiamo cercando di convincere gli esecutivi di tutto il mondo a collaborare maggiormente tra loro per contrastare il match-fixing. Siamo sempre aperti a parlare con i governanti, in particolar modo con quelli dell’Africa occidentale che stanno implementando il settore del gioco e stanno chiedendo la nostra assistenza per mantenere l’integrità del settore. Noi monitoriamo i flussi di scommesse nel globo e molti Paesi stanno implementando tecnologie che possano essere al passo coi tempi e migliori nel contrastare un fenomeno complesso come quello del match-fixing. Bisogna comunque rimarcare che ogni Stato ha un suo specifico modus operandi con cui combatte il match-fixing. Secondo me i Paesi più avanzati in questo aspetto sono Norvegia, Francia e UK. Ora anche l’Italia sta sviluppando una grande piattaforma con cui sarà possibile diventare uno dei Paesi che possono dare l’esempio su questo argomento”. E’ quanto ha detto Friedrich Martens, Head of Unit on the Prevention of the Manipulation of Competition (IOC), durante l’evento Anti Match-Fixing Top Training (AMATT) International Conference, che si sta tenendo a Roma presso il CONI. ac/AGIMEG