Manovra, Società di corse: con questi tagli dal 1 gennaio 2023 l’ippica chiude

Diverse Società di Corse che gestiscono numerosi ippodromi hanno rilevato un importante taglio ai fondi per l’ippica nel disegno di legge del bilancio previsionale dello Stato.

Con estremo stupore – si legge in una nota congiunta delle società – si è rilevato che al capitolo 2297 “Sovvenzioni per le società di corse per l’organizzazione delle corse ippiche..” è previsto, per l’anno 2023, uno stanziamento di appena 41,3 milioni di euro rispetto ai 46,5 milioni di euro dell’anno 2022. Nelle note si legge che “lo stanziamento è stato ridotto per tener conto della riduzione delle entrate relative ai giochi ippici”.

Tale riduzione di risorse, che si aggiunge ai tagli di oltre il 75% già effettuati a partire dal 2012 ad oggi, a parità di prestazioni e servizi resi richiesti dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste alle aziende, non consente la continuità aziendale alle stesse Società che già da anni sopportano perdite di bilancio aggravate, nel corrente anno, dall’ingente incremento dei costi di gestione (energia elettrica, carburanti, materie prime ecc.).

Le società di corse da mesi hanno rappresentato a tutti gli Organi competenti del Ministero la gravissima situazione in cui versano, manifestando disponibilità all’apertura di un confronto, auspicabilmente in un tavolo permanente con tutti i componenti della filiera, per trovare soluzioni ai problemi del settore.

Inoltre, le ragioni della riduzione dello stanziamento previsto nella bozza della “legge di bilancio” – prosegue la nota -, non dipendono sicuramente dall’operato delle società di corsa che, anzi, in periodo di emergenza sanitaria (covid 2019) hanno prestato maggiori servizi al Ministero per consentire lo svolgimento delle corse a porte chiuse e sopportato una riduzione dei ricavi.

Il calo delle entrate dei giochi che si è registrato nel 2020 e nel 2021 è stato causato esclusivamente dalle disposizioni governative, per l’emergenza dovuta al COVID-19, che hanno bloccato l’attività di raccolta delle scommesse. Ma non si tiene conto che già nel 2022 le entrate relative ai giochi ippici sono cresciute rispetto all’anno precedente.

Ciò premesso le sottoscritte società, in assenza di una adeguata modifica dello stanziamento per i servizi resi dalle società di corse in favore del Ministero, che tenga conto dell’avvenuto incremento dei costi, fanno presente, loro malgrado, che a partire dal 1° gennaio p.v. non ci saranno le condizioni di legge (assenza di continuità aziendale) per la prosecuzione dell’attività di organizzazione delle corse e la fruizione da parte degli operatori dei servizi per l’allenamento. lp/AGIMEG