Manifestazione ‘rosa’: “Non ce ne andremo finché non avremo una data certa od un incontro con il premier Conte”

“Ieri abbiamo consegnato un mazzo di rose al Premier Conte, preso in carico da un collaboratore del Capo di Gabinetto della Presidenza del Consiglio, Gabriele Cicerchia, che stiamo sollecitando per avere una data per un incontro. Siamo qui e continueremo a restare finché non avremo una data o un incontro completo. Siamo in attesa di una sua risposta” per chiedere di riaprire le attività. Lo ha detto ad Agimeg Antonia Campanella, promotrice della manifestazione ‘rosa’, di nuovo in piazza a Montecitorio questa mattina dopo la grande manifestazione di ieri che ha portato a Roma decine di lavoratrici ed imprenditrici del gioco legale, chiuso dai DPCM del Governo.
“Noi rimaniamo qui, non ci muoviamo, vogliamo una data per un incontro”, ha detto Federica, una delle donne del settore del gioco di Pescara. “Siamo qui fino a stasera alle 10 e domani mattina torneremo. Siamo esterrefatti ed arrabbiati, anche i nostri clienti ci chiamano e vogliono sapere quando riapriamo”.
“Siamo stanche ma non demordiamo”, ha detto Deborah Cinque, del gruppo fb Uniti per il Bingo. “Stiamo sollecitando un incontro, abbiamo anche l’aiuto delle forze dell’ordine che capiscono la nostra situazione. Ieri abbiamo consegnato un bigliettino al Premier Conte e siamo in attesa di una data per avere un’udienza. Da qui non ci muoviamo, abbiamo rispettato tutte le procedure, inviando una Pec con la richiesta di incontro con il Presidente, inoltre nelle nostre sale abbiamo seguito tutti i protocolli per poter riaprire in sicurezza”.
Presente anche Magdalena, lavoratrice di una sala bingo di Milano, che ha detto: “Vogliamo ritornare a lavorare, vogliamo certezze, altrimenti non andiamo da nessuna parte. Finché possiamo e resistiamo, noi siamo qua. Chiedo a tutti di esserci vicini e capire che stiamo vivendo una situazione pesante su tutti i fronti. Vogliamo una data concreta, esistiamo e vogliamo solo aprire le sale per andare a lavorare e riprenderci la dignità”.
“Non molleremo mai, siamo unite e abbiamo il sostegno di tutti, anche delle forze dell’ordine”, ha detto una delle donne più battagliere, Lucia. “Non siamo un popolo di delinquenti, ma vogliamo lavorare perchè possiamo lavorare. Visto che i soldi sono pochi, dico al Premier di riaprirci in quanto possiamo lavorare e così ci riprendiamo la dignità. Ieri abbiamo fatto un passo avanti, siamo arrivati a consegnare un biglietto e delle rose alla Presidenza del Consiglio. Sono fiduciosa che il Premier Conte ci riceverà. Capisco la situazione politica, gli stiamo dando tempo, ma noi siamo qua, lo aspettiamo”.
“Faccio presente che dalle chiusure prolungate stiamo subendo un danno psicologico”, ha detto invece un’altra lavoratrice di una sala di Genova, Laura. “Non ci stanno dando ragione per alzarci al mattino. Il nostro è un gioco sociale, in cui persone si incontrano e per dieci minuti si distraggono. Le persone sole sentono la nostra mancanza e il rischio è che vadano sui siti .com”. ac/AGIMEG