Manifestazione lavoratori sale gioco, scommesse e bingo in piazza a Milano: “Chiediamo cancellazione ordinanza Fontana, colpisce il settore senza motivazioni logiche né scientifiche, le nostre sale più sicure di altre attività”

“Vogliamo avere il diritto a lavorare come tutti gli altri. Durante il lockdown abbiamo sofferto tanti mesi e per questo chiediamo la cancellazione dell’ordinanza della Regione Lombardia che vieta l’apertura delle sale gioco, sale scommesse e bingo. Noi siamo chiusi già da tre giorni, dallo scorso 17 ottobre, ma la nostra paura più grande è che dopo il 6 novembre (termine dell’ordinanza, ndr) ne verrà emanata un’altra che prolungherà la nostra chiusura”. E’ quanto ha dichiarato al direttore di Agimeg, Fabio Felici, Antonella Di Fiore, la lavoratrice di una sala bingo di Milano che nei mesi scorsi, durante il lockdown, era ricorsa allo sciopero della fame per sensibilizzare la politica sulla situazione dei lavoratori del gioco legale, rimasti senza lavoro dopo la chiusura delle sale gioco. Questa mattina Antonella, insieme a decine di persone, è davanti alla sede della Regione Lombardia per chiedere un incontro al Governatore Fontana. “Riaprite il settore del gioco legale”, recita uno striscione esposto alla manifestazione, che vede la partecipazione dei lavoratori di sale bingo, sale vlt, sale scommesse. “L’ordinanza della Lombardia è folle – prosegue Antonella – è l’unica regione che ha chiuso le sale gioco, ma i nostri locali sono gli unici in cui i protocolli vengono rispettati al 100%, è più sicuro entrare in una sala bingo che su un autobus. Le nostre aziende stanno andando al fallimento, noi lavoratori aspettiamo la cassa integrazione da marzo, non possiamo andare avanti così, abbiamo famiglie, affitti e bollette da pagare. Se vogliono chiudere il settore, devono prima risarcirci, devono avere il coraggio di pagarci tutti. Chiediamo al governatore Fontana di attenersi all’ultimo Dpcm, seguito dalle altre 19 regioni, che tengono le sale aperte anche se con orari più limitati (dalle 8 alle 21 ndr). Quella della Lombardia è un’ordinanza che non ha motivazioni logiche né scientifiche. Noi lavoratori delle sale bingo eseguiamo tamponi molto frequentemente e siamo tutti negativi. Le sale gioco hanno protocolli stringenti, il nostro personale è controllato e scrupoloso, non è giusto che ci abbiano fatto chiudere, è una dittatura. Rischiamo che dal 6 novembre la chiusura sarà prolungata ulteriormente, una situazione insostenibile”, ha concluso. cr/AGIMEG