“I dati dell’ultimo rapporto del DEP (Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio) sono impietosi. E’ raddoppiato il numero di coloro che sono in cura presso i SERD per il gioco d’azzardo. In modo particolare preoccupa la presenza dei giovani e delle donne soprattutto attraverso le sale gioco VLT o New Slot Machine. Questa è una vera e propria emergenza sanitaria e sociale che rovina le famiglie. Trovo assurdo uno Stato che, da un lato fa del gioco cosiddetto ‘legale’ un’entrata di bilancio e dall’altra produce malati che devono poi essere curati dalle ludopatie addirittura aumentate nel tempo dell’emergenza COVID-19”. E’ quanto ha detto l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato.
L’assessore D’Amato nel suo commento fa accenno ai giovani, tuttavia nel Rapporto si legge che “l’età media è di circa 47 anni, 45 per gli uomini e 57 per le donne; gli over 50 rappresentano il 37% dei casi incidenti e oltre metà di quelli già noti ai servizi; in particolare quasi un terzo (27.4%, n=133) dei casi già conosciuti hanno oltre 60 anni”. “Nel 2019 nel Lazio, sono 841 le persone trattate per il disturbo da gioco d’azzardo, di cui 836 (99.4%) presso i servizi pubblici (Ser.D.). Gli uomini costituiscono l’82% del totale con un rapporto maschi/femmine di 5:1. Rispetto al 2018, gli utenti complessivi sono aumentati di 154 unità”, specifica il Repporto. Si parla di emergenza, ma i conti non tornano. Il dato delle persone trattate per il disturbo da gioco, 841 unità, rappresenterebbe lo 0,001% delle persone presenti nella Regione. Una percentuale davvero irrisoria. Ma per il disturbo da gioco si continua a gridare all’emergenza, quando la dipendenza dall’alcol in un solo anno nel Lazio ha fatto registrare 135mila persone ricoverate. cdn/AGIMEG