Pastorino (Pres. STS) ad Agimeg: “Per ripartire nuove formule di gioco, meno burocrazia, meno tasse e aggi più alti. Solo così il settore potrà tentare la ripresa dopo anni difficili e l’emergenza attuale”

Nuove formule per rendere i giochi maggiormente accattivanti e ripartire dopo la crisi dovuta all’emergenza coronavirus, che ha portato a zero la redditività del settore, meno burocrazia, meno tassazione per gli imprenditori del gaming ed aggi più alti per le ricevitorie. E’ la ricetta di Giorgio Pastorino, Presidente Nazionale di STS, per rilanciare il settore del gioco rimasto bloccato a seguito delle misure di contenimento dell’epidemia. “La ripresa non sarà così veloce – ha dichiarato Pastorino ad Agimeg – anche la proroga della chiusura totale delle attività al 13 aprile molto probabilmente continuerà a slittare. L’impressione è che il nostro settore sarà, nella scala delle priorità del Governo, uno degli ultimi a partire. Il fatto è che, al di là dei problemi dovuti al lockdown di tutti i giochi, il settore si è dimostrato particolarmente fragile e non sufficientemente preparato ad affrontare una chiusura totale per un periodo così lungo. A mio giudizio la causa va ricercata nelle misure dei diversi Governi che si sono succeduti negli anni e che hanno chiesto all’industria del gaming sempre più denaro. Il settore, già messo in crisi prima dell’arrivo del coronavirus, non ha spalle sufficientemente larghe per superare un momento così complicato”.
Sul futuro del comparto, l’impressione del Presidente STS è che “i giocatori abituati a giocare la schedina e i vari concorsi si stanno disabituando a causa della chiusura forzata in casa. Al momento della ripartenza, oltre al fatto che avranno meno soldi in tasca, non è detto che si riversino in ricevitoria a giocare. Per questo motivo servono novità e prodotti in grado di attirare i giocatori, altrimenti faremo fatica a far ripartire il settore. Negli ultimi dieci anni non abbiamo visto alcuna novità rilevante dal punto vista dei prodotti, anche a causa di una burocrazia che ha di fatto ingessato il comparto. Per poter ripartire i processi devono essere più rapidi, fermo restando sempre la tutela della salute e dei giocatori. Serve dare alle imprese del settore la possibilità di muoversi più agevolmente, andando a compiere su prodotti già esistenti, come ad esempio Totocalcio e Superenalotto, piccole modifiche, magari con giochi aggiuntivi e con formule nuove, che diano un maggiore gradimento ai clienti. Dopo il prodotto, lo stesso ragionamento si può fare sulla tecnologia: i giochi non sono tutti uguali, ma se io ho un corner scommesse e voglio avere uno o più terminali self-service oltre a quelli manuali, devo poterli installare. I limiti vanno superati, dobbiamo essere liberi di poter investire in tecnologia. Soprattutto in fase di ripartenza, certi vincoli devono essere allentati”.
Un altro aspetto che per Pastorino dovrà essere rivisto a emergenza finita sarà quello della tassazione sui giochi. “Oggi c’è una eccessiva richiesta di denaro da parte dello Stato nei confronti del settore, va fatto un ragionamento serio sulla tassazione, che va rivista. Il Preu viene costantemente aumentato, la tassa sulle vincite toglie denaro ai giocatori e alla ripartenza ci saranno meno soldi, mentre a mio giudizio servirebbe innalzare il payout. In tutto questo i concessionari hanno investito cifre gigantesche sulle concessioni che ora sono ferme”.
“Un ragionamento andrebbe fatto anche sugli aggi delle ricevitorie, da decenni fermi all’8%. Gli aggi delle ricevitorie dovrebbero salire almeno al 10%, in considerazione di tutti gli aumenti registrati negli ultimi anni in termini di spese e tassazione”.
Infine, l’ultima riflessione riguarda leggi regionali e distanziometri. “Occorrono regole uniformi su tutto il territorio nazionale – ha detto il Presidente STS – in questa emergenza abbiamo notato che il settore è stato nuovamente colpito da regolamenti comunali e regionali, creando situazioni a macchia di leopardo. Una volta finita questa fase critica servirà trovare regole uguali e valide per tutti. Le aziende devono ripartire e fare investimenti, devono poter guardare al futuro, non si può pensare che un minimo regolamento a livello locale possa bloccare un’attività economica. Alla luce di quanto accaduto serve un approccio diverso rispetto al passato, occorre qualcosa di forte per poter ricominciare a lavorare e a far ripartire il settore”, ha concluso. cr/AGIMEG