Legge Regionale Piemonte: Pucci (presidente As.Tro) replica a La Stampa di Torino

Pubblichiamo di seguito la lettera di replica – a firma del Presidente As.Tro, Massimiliano Pucci – in riferimento all’articolo pubblicato lo scorso 27 settembre 2023 sul quotidiano La Stampa Ed. Torino, dal titolo “Il boom dell’azzardo”, a firma di Filippo Femia.

“Egregio Direttore,

in qualità di associazione di rappresentanza degli operatori del gioco lecito (aderente a Confindustria SIT), abbiamo letto ed esaminato con estrema attenzione l’articolo di Filippo Femia, pubblicato sull’edizione del 27 settembre u.s. nella Cronaca di Torino del vostro quotidiano, dal titolo <>. L’impostazione dell’intero articolo è preordinata ad avvalorare le tesi che l’entrata in vigore della legge 19/2021 (che ha sostituito la legge regionale 9/2016) avrebbe determinato la “crescita esponenziale” della spesa per il gioco in Piemonte.

Questo asserito rapporto causa/effetto tra l’entrata in vigore della legge 19/2021 e la crescita della spesa per il gioco si basa sull’assunto, ripreso apoditticamente nel contenuto dell’articolo, secondo cui la legge 19/2021 avrebbe totalmente liberalizzato il gioco legale in Piemonte. Si tratta, però, di un assunto privo di qualsiasi fondamento. La legge 19/2021, eliminando la retroattività del c.d. “distanziometro”, si è limitata a porre rimedio ad una situazione, generata dalla precedente legge n. 9/2016 (e contraria ai principi base di qualsiasi ordinamento liberaldemocratico), per effetto del quale sono state chiuse migliaia di attività già insediate nel territorio sulla base di regolari autorizzazioni e sono andati persi posti di lavoro che la CGIA di Mestre ha stimato, per difetto, in oltre 2mila persone, senza, peraltro, che tale pregiudizio alla vita di migliaia di famiglie abbia apportato alcun beneficio nella lotta alla dipendenza da gioco.

La legge 19/2021 porta con sé, se non altro, il merito di aver frenato quel processo, avviato attraverso la legge 9/2016, con cui si è inaugurato un fenomeno atipico nel sistema economico italiano: la creazione della “disoccupazione ex lege”. Segnaliamo, comunque, che la legge 19/2021 ha mantenuto il c.d. “distanziometro” per le attività sorte successivamente alla sua entrata in vigore, riducendo la distanza minima dai luoghi sensibili da 500 a 400m (per i comuni con popolazione superiore a 5mila abitanti) sulla base della obiettiva osservazione che il combinato effetto dell’elevato numero dei luoghi sensibili (e quindi la loro capillare diffusione sul territorio) e l’elevata distanza minima imposta tra essi e i punti di offerta di gioco, stava determinando, di fatto, l’espulsione del gioco legale dal territorio piemontese in ossequio a quella precisa strategia volta a determinare lo smantellamento del gioco pubblico legale provocando la “morte” per consunzione delle imprese che vi operano.

Si tratta di una strategia che consentirebbe alle forze politiche che la perseguono, di raggiungere, in maniera surrettizia, l’obiettivo (etico-ideologico e di impronta proibizionista) dell’abolizione del gioco legale senza doversi assumere la responsabilità di intraprendere
un’esplicita (e legittima) “battaglia” parlamentare in tal senso che, tra l’altro, le costringerebbe a dimenarsi nella rete delle difficolta argomentative, le quali, inevitabilmente, verrebbero a determinarsi nel tentativo di rendere coerente questo obiettivo con la contestuale “battaglia” (di impronta, invece, antiproibizionista) che le stesse forze politiche stanno conducendo per la legalizzazione delle droghe leggere.

Leggendo l’articolo, non si comprende, inoltre, il motivo per cui, pur essendovi riportate delle cifre attinte dalle banche dati della Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (unica fonte ufficiale in materia), nella loro pubblicazione sia stato omesso (si spera non consapevolmente) di definire il loro significato secondo i criteri indicati dall’Agenzia: è stata, infatti, definita come indice della spesa per il gioco (sostenuta nel 2022 a livello nazionale) la cifra di 136 miliardi di euro che corrisponde, invece, alla raccolta (relativa a tutte le tipologie di gioco, ivi compreso il gioco on line che incide, sul suddetto importo, nella misura di 73,1 miliardi di euro).

La “spesa”, indicata dalla stessa ADM, ammonta, invero, a 20,2 miliardi di euro. Secondo un elementare principio di buon senso la “spesa” (intesa come perdita patrimoniale dei giocatori) corrisponde, infatti, alla differenza tra le somme puntate (la “raccolta”) e le
vincite. È quindi lecito presumere, salvo documentata smentita, che questa forzatura metodologica si ripeta, a cascata, su tutti gli altri numeri riportati nell’articolo.

Se si vuole misurare l’entità di un fenomeno sanitario, come la dipendenza da gioco,
attraverso degli strumenti contabili in luogo di quelli epidemiologici, sarebbe almeno
opportuno che lo si facesse in maniera corretta. Non è altresì corretto utilizzare delle cifre che riguardano tutte le tipologie di gioco al fine di imputarne la preoccupante crescita ad una legge che, al pari della precedente che è andata a sostituire, si limita, invece, a disciplinare la dislocazione territoriale dei soli apparecchi (AWP e VLT).

Ravvisiamo, infine, un cortocircuito logico tra lo sforzo di tenere insieme (in termini di
rapporto causa/effetto) l’asserito “allentamento” del distanziometro operato dalla legge
19/2021 con la crescita della spesa registrata in Piemonte e la ritenuta “peculiarità” del
Piemonte in raffronto alla Lombardia e la Liguria, le quali, pur avendo una legislazione più
blanda in tema di applicazione del “distanziometro”, registrano più bassi tassi di crescita della spesa per il gioco legale.

A nostra avviso, tale constatazione non fa altro che confermare come, nell’epoca di internet, dei social, del metaverso e dell’intelligenza artificiale, pensare di poter combattere una qualsiasi forma di dipendenza tramite strumenti arcaici come il “lucchetto”, il “metro” e la “clessidra”, rappresenti soltanto, nel migliore dei casi, una velleitaria illusione oppure, nel
peggiore e più frequente dei casi, un surrettizio stratagemma per alimentare delle mere
pulsioni ideologiche.

Restando a disposizione per qualsiasi proficuo approfondimento sull’importante tema della
dipendenza da gioco, porgiamo cordiali saluti”.

Il Presidente di Assotrattenimento 2007 – As.Tro (Confindustria SIT)

Massimiliano Pucci