Legge Regionale Gioco Calabria: Consiglio rinvia il voto

Il Consiglio Regionale della Calabria ha rinviato il voto alle modifiche della legge sul gioco, che disciplina le fasce orarie di accensione di slot e vlt.

Non ha infatti votato la Proposta di legge recante: “Modifica all’articolo 16 della legge regionale 26 aprile 2018, n. 9 (Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della ‘ndrangheta e per la promozione della legalità, dell’economia responsabile e della trasparenza)” per mancanza del numero legale.

In apertura della discussione della proposta di legge il relatore Crinò Giacomo Pietro (Forza Azzurri) ha illustrato la normativa che interviene a modificare la legge regionale 26 aprile 2018 numero 9, al fine di disciplinare più efficacemente la regolamentazione delle fasce orarie entro le quali è consentito l’esercizio del gioco tramite gli apparecchi da gioco, eliminare la distinzione tra esercizi commerciali e rivendite di genere ed intervenire in merito alle distanze. Ha evidenziato che le disposizioni dei commi 3 e 4 dell’articolo 16 si applicano esclusivamente alle nuove concessioni, rilasciate successivamente alla data del 3 maggio 2018, ha dichiarato che la legge non comporta nuovi oneri a carico del bilancio regionale.

Tavernise (M5S) ha sottolineato che le modifiche proposte rappresentano “un passo indietro” nella lotta alla ludopatia da parte del Consiglio regionale, intervenendo sia sulle fasce orarie sia sulla distanza delle sale da gioco dai luoghi ritenuti sensibili. Giudica, poi, le modifiche capaci solo di responsabilizzare l’amministrazione regionale a discapito delle amministrazioni locali, in particolare i Sindaci, cui verrebbero sostanzialmente trasferite le competenze in materia di limitazioni. Comunica, in proposito, di aver presentato un emendamento che prevede la chiusura di tutte le sale slot in Calabria a mezzanotte, giudicandone l’approvazione significativa dell’attività di contrasto alla ludopatia da parte del Consiglio regionale.

Contrario alla proposta di legge il Gruppo De Magistris Presidente, considerate le conseguenze economiche negative per la maggior parte dei giocatori e anche la dipendenza patologica che può essere indotta dal gioco, ha evidenziato che le norme introdotte dalla legge regionale 9 del 2018 sono praticamente rimaste inapplicate. Ha giudicato, per contro, le modifiche proposte capaci esclusivamente di depotenziarle, aumentando le competenze e le connesse responsabilità in capo ai sindaci e creando, altresì, potenzialmente disparità di trattamento tra gli esercenti di un Comune rispetto ad un altro.

Il Gruppo Misto ha espresso amarezza e totale contrarietà riguardo alla proposta legislativa in discussione, censurando il mancato rispetto del corretto iter legislativo. Ha chiesto, pertanto, quali siano le motivazioni per cui, considerata la delicatezza della tematica, la proposta non sia stata discussa in Commissione sanità. Ritiene, quindi, che le modifiche proposte vadano nella direzione diametralmente opposta all’economia responsabile, alla prevenzione e al contrasto alla ludopatia e che tutelino esclusivamente gli interessi economici di esercenti aziende che forniscono i giochi. Giudicato prioritario, nella formulazione di una norma, il perseguimento della cura dei pazienti e la tutela della salute della collettività, ha riferito che in Italia sono stati spesi 107 miliardi di euro per il gioco e che i cittadini calabresi sono arrivati a spendere circa 2 miliardi di euro, pari a una media di 1000 euro ad abitante. Reputata la proposta di legge incentivante delle devianze, ha proposto di monitorare gli effetti della legge precedente che, a suo avviso, sarebbe in grado di ridimensionare il fenomeno del gioco patologico per come accaduto in altre regioni d’Italia.

Il Gruppo Forza Azzurri, pur avendo ascoltato con attenzione gli interventi dei consiglieri di opposizione, si dichiara convinto che attraverso le modifiche si possa consentire alla legge regionale di avere piena attuazione, adattandosi anche ai mutamenti intervenuti dal 2018 ad oggi. Riguardo, poi, la data di decorrenza, non ritiene corretto modificare i requisiti ad attività già autorizzate. Rileva, inoltre, che si è deciso di far stabilire ai Sindaci gli orari di chiusura delle attività che riterranno più opportuni per i loro territori, senza distinzioni tra i vari esercizi commerciali per tenere conto delle specificità dei territori. Riguardo il “distanziometro”, ha evidenziato che è stato scelto un unico limite per non creare difformità fra i Comuni in base alla popolazione residente. Ha chiarito poi che la legge in esame replica leggi già approvate in altre Regioni, tra cui Piemonte e Puglia; che l’iter autorizzativo si svolge presso le Questure e che le attività avviate dal 2018 in poi sono sottoposte ai limiti posti dalla legge che entrerà in vigore grazie alle nuove modifiche.

Durante la discussione della proposta di legge è stato respinto con il parere contrario della Giunta e del relatore l’emendamento Tavernise (Movimento Cinque Stelle) che richiedeva che l’orario di chiusura delle attività ludiche fosse fissato alle ore 24. cdn/AGIMEG