“Siamo le realtà associative, le aziende, i 16.000 lavoratori del ‘Gioco Pubblico’ del Lazio: siamo quelle donne e quegli uomini che gestiscono e offrono intrattenimento sano e legale ai cittadini. Sappiamo che quello del Gioco è un settore delicato, sappiamo che deve essere monitorato ogni giorno e gestito al meglio per prevenire il gioco minorile e il Disturbo da gioco d’azzardo patologico (DGA). Lo sappiamo perché è il nostro lavoro, perché siamo madri e padri anche noi e perché vogliamo che il gioco sia per tutti solo intrattenimento. Vogliamo continuare a migliorare, a prevenire, a tutelare, in primo luogo, tutti coloro che decidono di frequentare i nostri esercizi. Così come vogliamo essere simbolo della lotta all’illegalità con i nostri presidi di sicurezza sul territorio fatti di norme, tracciamenti, orari, controlli. Informare e prevenire sui rischi connessi con le attività di gioco è una nostra priorità. Lavorare ogni giorno per promuovere la cultura della legalità è un nostro impegno preciso”. E’ il manifesto per la cultura del gioco legale pubblicato dalle associazioni rappresentative del gioco pubblico riunite insieme in ‘Alleati per la legalità’, Coordinamento gioco pubblico del Lazio.
Il contesto
Oltre 20 miliardi. È il valore che rischia di raggiungere in Italia nel 2021 il gioco illegale, con un aumento di oltre l’11% rispetto al 2020 e del 66,7% rispetto al 2019, quando ammontava, rispettivamente a 18 e a 12 miliardi. Lo confermano i dati delle forze dell’ordine. Le operazioni di contrasto del gioco illegale sono cresciute nell’ultimo biennio: tra l’inizio del 2020 e l’aprile 2021 è stata scoperta una sala clandestina ogni tre giorni.
Che cosa è successo? I lunghi mesi di chiusure dei punti fisici del gioco legale, necessarie per contenere l’avanzamento della Pande-mia, e le leggi espulsive di alcune regioni, entrate in vigore negli ultimi anni, hanno ridotto i presidi di sicurezza e legalità sul territorio. È diventato, così, evidente come alla caduta del gioco pubblico, basato su un sistema concessorio regolato dalla Stato, sia connesso un decollo di quello illegale, controllato dalla criminalità. È questo lo scenario nel quale si inseriscono norme e alcune leggi regionali che, nel sacrosanto tentativo di contrastare il Gap, rischia di generare un effetto espulsivo delle attività di gioco pubblico e la chiusura di migliaia di esercizi dedicati, con un’inevitabile migrazione dei consumatori verso il mercato illegale.
La riforma nazionale
Tutto il settore del Gioco Pubblico necessita di una riforma che tuteli non solo giocatori e lavoratori, ma che aumenti la sicurezza di tutti i cittadini: lo hanno dichiarato, senza ancora realizzarla, tutti i governi che si sono succeduti dal 2014 ad oggi.
La nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Nadef) 2021, pubblicata il 5 ottobre scorso, prevede un DDL di riordino del settore giochi che, auspichiamo, venga finalizzato nel corso del 2022 dal Governo.
Le nostre proposte
Noi, lavoratori del Gioco Pubblico del Lazio, vogliamo essere un modello nazionale per attenzione alla clientela, al territorio in cui lavoriamo, per essere un presidio di legalità. Allo stesso tempo siamo convinti che la normativa debba e possa individuare un punto di equilibrio tra tutti gli elementi che coinvolgono il settore del gioco legale: lavoro, salute, legalità, territorio. Per questo vogliamo lavorare insieme a cittadini, associazioni, istituzioni nazionali e locali, a una riforma organica, inclusiva, che aumenti la sicurezza della popolazione e dia certezze ai lavoratori e alle loro famiglie. Una riforma basata su tre punti chiave: tutela della legalità, formazione e qualificazione dell’offerta, equilibrata distribuzione dell’offerta di gioco.
Tutela e legalità
Registro di Autoesclusione o delle esclusioni: nel rispetto della normativa Privacy, sarà previsto un Registro degli Esclusi, attivato su base volontaria e gestito con appositi sistemi telematici da parte dello Sportello Regionale per il Disturbo da Gioco d’Azzardo (DGA) in base alle richieste ricevute.
Introduzione del controllo all’accesso: verificata l’inefficacia dell’introduzione della Tessera Sanitaria sugli apparecchi da gioco (come peraltro gli operatori del settore avevano segnalato prima dell’introduzione della misura), occorre prevedere un valido ed efficace sistema di controllo all’accesso dei punti di gioco che impedisca l’ingresso ai minori. La soluzione che proponiamo è la Gaming Card (rilasciata temporaneamente dall’esercente a seguito della verifica della sola maggiore età dell’avventore).
Istituzione dei ‘Whistleblowing Point’ in ogni punto di Gioco Pubblico: in accordo con le realtà associative del settore, si allestiranno dei punti informativi per segnalare, attraverso l’App promossa dall’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli (ADM), illeciti o atti di illegalità urbana e che diventeranno ausilio informativo per l’autorità giudiziaria.
Istituzione del Marchio “Alleati per la Legalità” e campagna di sensibilizzazione: all’ingresso di ogni punto di gioco sarà posizionato il bollino “Alleati per la legalità” e materiale informativo tematico. Inoltre sono previste conferenze, seminari, dibattiti e incontri nelle scuole medie inferiori e superiori di “educazione alla legalità”.
Formazione degli operatori del gioco: i punti in cui si raccoglie Gioco Pubblico devono diventare oltre che presidio di legalità anche presidio di salute contro il DGA. Per questa ragione occorre che tutto il personale di contatto con i clienti sia adeguatamente formato a individuare i soggetti a rischio, ad approcciarli nel modo corretto e deve sapere a chi rivolgersi. Occorre creare un sistema virtuoso tra operatori del gioco pubblico e personale dedicato alla prevenzione e alla cura di quel 3% di persone che rischia la dipendenza.
Innalzamento del livello qualitativo dei punti gioco: i luoghi dedicati al gioco legale devono rispettare criteri di decoro urbano, con standard minimi di arredo interno, limiti minimi sui volumi necessari per ospitare apparecchi, corretta illuminazione delle sale, segnaletica esterna, eliminazione di immagini che inducano alla compulsività del gioco e generino comportamenti riconducibili al gioco d’azzardo patologico.
Equilibrata distribuzione dei punti di Gioco Pubblico: il criterio della distanza dai luoghi sensibili viene mantenuta per un set qualificato di luoghi e con criteri di applicazione funzionali agli scopi che si intendono perseguire. L’obiettivo è tutelare la popolazione evitando di creare “zone a luci rosse” in aree periferiche delle città dove i controlli sono più difficili e si favorisce l’isolamento sociale, proprio del giocatore patologico.
Rimodulazione dell’offerta del prodotto di Gioco Pubblico: il nostro obiettivo è stabilire criteri quantitativi e qualitativi, anche più stringenti di quelli riferibili alla normativa centrale, tali da impedire l’eccesso di offerta nei punti di Gioco Pubblico.
Istituzione di un tavolo di confronto permanente: crediamo sia necessario istituire un tavolo regionale di confronto permanente che, riunendosi periodicamente, permetta alle istituzioni locali, alle rappresentanze qualificate degli operatori professionali e a tutti i soggetti interessati di valutare, sulla base dei dati certificati, l’andamento delle dinamiche riferibili al settore.
Conclusioni
Gli attori che ruotano attorno al settore del “Gioco Pubblico” del Lazio, le associazioni, i lavoratori, le istituzioni, le realtà del terzo settore possono scrivere, insieme, una nuova pagina fatta di regole, sicurezza, sensibilizzazione, confronto, innovazione. Può essere un’occasione unica, un’alleanza, per disegnare un nuovo modello. Non sprechiamola. lp/AGIMEG