Scommesse, lavoratori del gioco legale scrivono ai media nazionali: “Tutti i lavori onesti devono considerarsi tali, i soldi del nostro lavoro sono stati tradotti in servizi e assistenza per tutti i cittadini italiani”

Sono centinaia le lettere inviate ad Agimeg ed ai principali media nazionali da gestori e lavoratori del mondo del gioco che lamentano il trattamento da serie B delle proprie attività commerciali. L’aumento del Preu sugli apparecchi da intrattenimento e, ultima in ordine di tempo, la tassazione dello 0,3% sulla raccolta delle scommesse sportive, inserita nel Dl Rilancio, gettano il settore nello sconforto e nella convinzione di essere trattati come lavoratori senza dignità. Una di queste lettere ha come titolo “Tutti i lavori onesti devono considerarsi tali” e racconta la storia di “Manuel, ma anche di Paola, Daniele e Francesca, persone in carne ed ossa che vivono e lavorano in un paese che si chiama Italia e che oggi si trovano a dover ‘combattere’ in questa situazione drammatica come altri milioni di lavoratori. Siamo i dipendenti del gaming che in Italia purtroppo è ancora poco realmente conosciuto e di quel poco che si conosce è solo per come ci vedono alcuni personaggi che, da quando lo Stato lo ha reso legale, continuano a dipingerci periodicamente come spauracchi, parassiti o ‘demoni’ tentatori. Anche il nostro è un lavoro ONESTO, lo voglio scrivere in grande per farlo capire a chi oggi fa finta di non vederci come tali, nessuno ci regala nulla, c’è fatica e tanto impegno. È un lavoro che dal 2001 ci ha permesso di realizzare alcuni sogni della nostra vita, una famiglia, dei figli, una casa o semplicemente una vacanza e oggi impiega circa 120.000 persone. Le aziende per cui lavoriamo sono aziende che hanno puntato sulla legalità, innovazione continua e soprattutto sulla collaborazione con lo Stato ed Aams arrivando a creare quel mondo che oggi conosciamo come ‘Gioco Legale’, e non con poca fatica. Quel mondo – prosegue la lettera – che contribuisce alle casse dello Stato con circa 12 miliardi annui, soldi che in questi anni sono stati tradotti in servizi, assistenza ecc. per tutti noi cittadini. Facciamo parte anche noi degli oltre 8 milioni di cassa integrati, ma non vogliamo polemizzare sui tempi, la polemica non è nella nostra indole, vogliamo solo poter tornare tutti quanti a lavorare. In questi anni non abbiamo mai risposto alle numerose provocazioni che ci sono state ‘scaricate’, ma oggi vogliamo far sentire la nostra voce perché riteniamo che anche il nostro settore debba essere ascoltato per ripartire subito e soprattutto perché possiamo ripartire in sicurezza”. cr/AGIMEG