E’ stata presentata alla Camera una proposta di legge d’iniziativa dei deputati Vitiello, Migliore, Rosato, Ungaro (Italia Viva) riguardante le agevolazioni in favore delle rivendite di generi di monopolio situate in comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti.
“Negli ultimi anni il numero delle tabaccherie in Italia va diminuendo, in particolare nelle zone periferiche e nei comuni più piccoli. Nel solo decennio che va dal 2009 al 2018 si è registrata una costante e progressiva contrazione della rete delle rivendite di generi di monopolio. Infatti, nonostante l’istituzione di nuove rivendite, il saldo tra queste ultime e le tabaccherie che hanno definitivamente cessato l’attività è ampiamente negativo, con una riduzione di 3.100 punti vendita (da 57.000 a 53.900). 7
Questo fenomeno è dovuto principalmente alla progressiva diminuzione della redditività delle tabaccherie, a sua volta legata all’aumento dei costi in misura più che proporzionale rispetto ai ricavi. In particolare, nel medesimo periodo di riferimento 2009-2018, attualizzando i dati con gli indici elaborati dall’ISTAT per la rivalutazione, si può notare un calo dei ricavi superiore al 12 per cento. La chiusura delle attività si è concentrata soprattutto nei comuni con una popolazione fino a 5.000 abitanti. Si rammenta che i comuni con meno di 5.000 abitanti costituiscono circa il 70 per cento del totale (5.500 su 7.878) e che in essi vive all’incirca il 20 per cento della popolazione italiana”, si legge nel testo.
“Al 2021, risulta che ben 511 comuni sono totalmente sprovvisti di una tabaccheria con la conseguenza che vengono a mancare per i cittadini alcuni ser- vizi essenziali erogati dalle stesse. Si ritiene doveroso evidenziare che in queste realtà territoriali le tabaccherie svolgono un’importante funzione sociale, garantendo alla popolazione la possibilità di fruire di numerosi servizi essenziali, quali il pagamento di utenze, bollette, multe valori bollati e di accedere ai prodotti in concessione statale (tabacco, gioco pubblico legale), sicché la chiusura della tabaccheria significa sovente la perdita dell’unico presidio commerciale e dell’unico centro di servizi a disposizione dei cittadini.
La situazione è ulteriormente aggravata dalla circostanza che, in ragione della recente riorganizzazione dei servizi erogati dagli istituti di credito e dagli uffici postali, gli uffici bancari, le filiali postali e gli esercizi di vicinato tendono a ridursi nei centri più grandi e, dunque, a scomparire nei comuni più piccoli”, sottolinea.
“Tutto ciò ha un impatto negativo per alcune fasce di popolazione, come quella più anziana, che hanno meno facilità a spostarsi dal proprio comune e che si ritrovano perciò materialmente impossibilitati ad accedere ad alcuni servizi essenziali. Appare pertanto opportuna e non più procrastinabile un’iniziativa legislativa a sostegno delle « tabaccherie rurali », come del resto accade per le farmacie, ai sensi dell’articolo 1 della legge 8 marzo 1968, n. 221.
La presente proposta di legge pertanto riconosce alle tabaccherie rurali, ovvero alle rivendite di generi di monopolio situate in comuni con meno di 5.000 abitanti, misure agevolative annuali, ossia un’indennità di sede e un credito d’imposta, per compensare il disagio territoriale e assicurare, anche nelle zone più interne e meno densamente abitate del nostro Paese, la presenza di un servizio di indispensabile utilità sociale”, aggiunge.
Ecco il testo completo della proposta di legge.
cdn/AGIMEG