Le attività sportive e di intrattenimento presentano la più alta incidenza di chiusura, seguite dai servizi alberghieri e ricettivi e dalle case da gioco: il 14,6% di esse prevede di non riaprire mai più. E’ quanto viene sottolineato nel report dell’Istat “Situazione e prospettive delle imprese nell’emergenza sanitaria Covid-19” che ha condotto una rilevazione tra il 23 ottobre ed il 16 novembre 2020 su 804mila imprese (il 78,9% del totale). Il 7,2% delle imprese ha dichiarato di essere chiuso: si tratta di circa 73 mila imprese, che pesano per il 4,0% dell’occupazione. Il 68,4% delle imprese (che rappresentano il 66,2% dell’occupazione) ha dichiarato una riduzione del fatturato nei mesi giugno-ottobre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019: tra queste, le attività sportive e di intrattenimento e le case da gioco fanno registrare diminuzioni superiori alla media.
Nel periodo compreso tra dicembre 2020 e febbraio 2021, quasi una impresa su quattro (226 mila unità, pari al 22,6% delle imprese e al 18% dell’occupazione) prevede un peggioramento del fatturato: tra queste, il 32,2% sono attività sportive e di intrattenimento.
La necessità di liquidità e di gestione delle fonti di finanziamento compromette i piani di sviluppo di breve periodo del 28,5% delle imprese: un problema che riguarda il 30,6% delle attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento (30,6%). Dal punto di vista normativo, difficoltà di interpretazione e applicazione dei provvedimenti sull’emergenza sanitaria sono dichiarate dall’11,4% delle imprese e dal 18,9% delle attività sportive e di intrattenimento. es/AGIMEG