Ippica: Pressing della Commissione Agricoltura al Governo per la riforma del settore. La risoluzione del grillino L’Abbate

“L’assenza di interventi strutturali di riforma del comparto ha favorito nel corso del tempo la distrazione di fondi dal settore dell’ippica, rendendo asfittica la sua gestione ed impossibile ogni forma di rilancio e, allo stato attuale, quasi tutti i più prestigiosi ippodromi nazionali stanno chiudendo”.
Un grido d’allarme lanciato attraverso una risoluzione alla Camera da Giuseppe L’Abbate (M5S). Come anticipato da Agimeg il deputato ha denunciato “i ritardi del Governo e del ministro del MIPAAF Maurizio Martina nel mantenere la promessa fatta a marzo in audizione, ovvero quella di emanare il decreto sulla delega fiscale”. Ribaditi nella risoluzione i punti cardine che la Commissione Agricoltura aveva proposto dopo un lungo ciclo di audizioni per arrivare ad un testo unificato sulla promozione e il rilancio del settore ippico
Il testo completo della risoluzione:
“La crisi che colpisce da tempo il comparto ippico richiede interventi urgenti atti a supportare e rilanciare un settore che rappresenta una rilevante risorsa per l’intero Paese, volano di sviluppo economico ed elemento  rappresentativo delle identità dei territori
•    lungi dal rappresentare una mera attività ludica, l’ippica offre numerose altre opportunità di intrattenimento socio-culturale e didattico e genera  un considerevole indotto che va dalla produzione di fieno e mangimi al trasporto di cavalli, sellerie e finimenti, dalla fabbricazione e il commercio di attrezzature ed abbigliamento, ai prodotti per la salute e l’igiene dei cavalli, senza considerare gli oltre 2.000 circoli ippici affiliati alla federazione italiana sport equestri, i 440 circoli affiliati Fitetrec – Ante (turismo equestre e monta da lavoro con 15.000 iscritti) e più’ di 4500 agriturismi;
•    stando ai dati aggiornati diffusi dall’UNIRE, il patrimonio dei cavalli censiti in Italia ammonta a 463.961 capi,  il numero degli operatori del comparto ippico in senso stretto ammonta a 48.513 persone e sono oltre 610.000 gli ettari di terreno dedicati all’allevamento e alla produzione di alimenti per cavalli;
•    fino ai primi anni del 1990 l’ippica italiana si è autofinanziata tramite le scommesse e la distribuzione del gioco sia in ippodromo che nella propria capillare e ben distribuita rete di vendita; il sopraggiungere di altre tipologie di scommesse, prima sportive e poi d’azzardo, i continui avvicendamenti ai vertici dei principali enti di riferimento, nel tempo soppressi, hanno in seguito determinato il tracollo dell’intero sistema;
•    l’assenza di interventi strutturali di riforma del comparto, unitamente alle vicende sopra richiamate ha favorito nel corso del tempo la distrazione di fondi dal settore dell’ippica, rendendo asfittica la sua gestione ed impossibile ogni forma di rilancio e, allo stato attuale, quasi tutti i più prestigiosi ippodromi nazionali stanno chiudendo;
•    la legge 11 marzo 2014, n. 23, recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita, dispone,  relativamente al settore ippico, e ai  fini del rilancio del comparto,  l’adozione di decreti legislativi che tengano conto di specifici principi e criteri direttivi.
Impegna il Governo, nell’adozione dei decreti legislativi di cui alla legge citata in premessa:
•    ad istituire,   presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, la Commissione per il benessere del cavallo, composta da cinque membri nominati dal Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali scelti tra medici veterinari ippiatri esperti in problematiche relative al benessere del cavallo;
•    valutare la necessità di vietare le  scommesse virtuali negli ippodromi;
•    predisporre adeguate misure per il recupero e la gestione dei cavalli a fine carriera o infortunati al fine di evitare che tali esemplari possano essere utilizzati nelle corse clandestine in mano alla criminalità organizzata ovvero destinati alla macellazione illegale.
e a disporre che:
•     sia organo della   Lega ippica italiana di cui al numero 1) della lettera ff) del comma 2 dell’articolo 14 della legge 11 marzo 2014, n. 23, un Consiglio direttivo, nominato da una assemblea dei soci e composto da: un presidente della Lega che lo presiede, designato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, scelto tra persone di elevata esperienza manageriale e comprovata indipendenza dagli operatori del settore ippico e dai concessionari di giochi,  e da dodici consiglieri, dei quali uno designato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, uno designato dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli, uno designato dai soci appartenenti a ciascuna delle seguenti categorie: proprietari di trotto, proprietari di galoppo, allenatori di trotto, allenatori di galoppo, allevatori di trotto, allevatori di galoppo, due rappresentanti del « sella » (un allevatore e un rappresentante designato dalla Federazione Italiana Sport Equestri – FISE) e due designati dai soci della categoria società di gestione degli ippodromi;
•    che l’Agenzia delle dogane e dei monopoli, con decreto del direttore generale da emanare entro il 31 ottobre 2014, di concerto con il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, provveda
•    all’assegnazione in esclusiva dell’offerta di scommesse ippiche su tutto il territorio nazionale, mediante gara pubblica, a un soggetto che non abbia interessi diretti o indiretti alla distribuzione e  gestione di altri tipi di scommesse;
•    alla riduzione del prelievo fiscale sulle scommesse ippiche effettuate dentro e fuori dagli ippodromi. In ogni caso, detto prelievo, non potrà essere superiore al prelievo fiscale applicato ad altri tipi di scommesse offerte sul territorio nazionale;
•    all’unificazione dei totalizzatori per la gestione delle scommesse ippiche, prevedendo la razionalizzazione dei costi tecnici e organizzativi, da attuare entro il 31 marzo 2015;
•    all’adozione, a seguito dell’attivazione del totalizzatore ippico unico, di criteri e di modalità tecniche di gestione e di ripartizione tali da assicurare : un prelievo medio ponderato su base annua, da effettuare sulle scommesse e sui giochi ippici a totalizzatore, compreso tra il 24 e il 26 per cento della raccolta; una percentuale della raccolta totale da destinare al pagamento delle vincite, denominata «payout», compresa tra il 74 e il 76 per cento; l’invarianza della remunerazione percentuale dei concessionari connessa alla raccolta delle scommesse Tris, Quarté e Quinté, già gestite dal totalizzatore dell’ippica nazionale; la remunerazione dei concessionari, per ogni altra scommessa o gioco gestiti dal totalizzatore ippico unico, nella misura del 42,5 per cento del relativo prelievo; una quota in favore della Lega pari al 50 per cento del prelievo;
•    per le sole scommesse ippiche a quota fissa, l’adozione dei criteri e delle modalità tecniche atti ad assicurare l’applicazione di un’imposta unica e di un prelievo destinato alla Lega pari, rispettivamente, all’1,5 per cento e al 3,5 per cento della raccolta netta complessiva annua. cz/AGIMEG