“La profonda crisi dell’ippica non è dovuta ad un disinteressamento del grande pubblico di appassionati. La nostra esperienza è partita dalla passione e dal movimento che c’è intorno a questo comparto in gran parte delle Nazioni. Oltre 10 anni fa abbiamo posto al centro del nostro progetto le scommesse ippiche a quota fissa, andando controcorrente”. E’ quanto ha dichiarato Domenico Galizia, CEO Betflag, nel corso di un evento online.
“Abbiamo avuto un’impennata della raccolta con il palinsesto complementare, esiste quindi una platea da poter coinvolgere, riavvicinare ed intrattenere. BetFlag da 11 milioni di raccolta nel 2019, nel 2020 ha raggiunto 32 milioni di euro, quindi ci sono spazi di crescita. E’ necessaria una ristrutturazione che sia guidata da una strategia precisa. Come concessionario, devo ammettere che la tassazione sul margine lordo rende questo settore delle scommesse un figlio di un dio minore. Noi pero’ continueremo a proporre le scommesse ippiche, anche se pianificare investimenti su questo prodotto è difficile”.
“L’ippodromo Snai San Siro di Milano è un punto di partenza, rappresenta l’unione tra scommesse e ippodromo. Se riusciamo a portare interesse sull’evento ippico, l’interesse porta le scommesse. Dobbiamo qualificare gli eventi, non si puo’ correre la stessa corsa tutti i giorni. Serve un percorso di valorizzazione e l’ottimizzazione degli orari su distanza tra una corsa e l’altra e relativamente alla loro durata. Infine va valorizzata l’esperienza, dall’informazione sulle prestazioni passate al colore della giubba. Chi investe tempo nell’ippica deve essere gratificato, non necessariamente si deve vincere una scommessa, ma si deve dare al cliente quello che lui si aspetta”. Lo ha detto Lorenzo Stoppini, Direttore BU Ippodromi di Snaitech, nel corso di un evento online.
“Serve massimizzare la vendibilità del prodotto scommesse, serve tempestività pagamenti dei proprietari, oltre ad equiparare la tassazione tra tutte le tipologie di scommesse. Infine il comparto necessita di riforme come quella del Quinté”.
“Gli operatori del gioco credono nell’ippica, Sisal è partita già nel 1948 con il Totip, nel 2020 abbiamo lanciato l’ippica complementare. Oggi la situazione vede una serie di operatori che continuano a crederci al di là della convenienza economica”. Lo ha detto Massimo Temperelli, Managing Director Betting, Sisal, nel corso di un evento online.
“Il palinsesto complementare prevede un investimento enorme per l’acquisto dei diritti tv delle corse estere, ma è un investimento a carico dei concessionari, mentre i benefici vanno a tutta la filiera. La prima misura è aumentare il numero di appassionati. L’ippica può creare valore, ma il sostegno del pubblico è necessario e deve essere finalizzato all’arrivo ad una indipendenza economica. Inoltre oggi i prelievi ippici pesano il doppio rispetto ad altri tipi di scommessa. Questi sono i due punti fondamentali. Senza parlare che ci sono ancora sacche di illegalità. Anche il tema della semplificazione è importante, così come la necessità di una visione strategica che sia perseguita nel tempo”.
“Il primo grande problema per il settore dell’ippica è la riduzione della clientela sia negli ippodromi sia nei punti vendita. In Italia i giochi che tengono in piedi il sistema dello Stato sono giochi della sorte, mentre quelli di abilità come l’ippica sono pochi. Sul calcio c’è molta informazione, molto meno sull’ippica, per questo è passata in secondo piano come clientela”. E’ quanto ha dichiarato Maurizio Ughi, Presidente Obiettivo 2016, nel corso di un evento online.
“Per riportare gente all’ippodromo serve partire dal settore giovanile, creare appassionati su questa attività sportiva. Creare un cliente di scommesse per portarlo agli ippodromi è sbagliato: prima bisogna appassionarsi al cavallo e poi si va in un punto vendita a giocare e a provare una scommessa. Sul prelievo delle scommesse, sono favorevole ad una riduzione”. cr/AGIMEG