Intervista a Giuliano Frosini (IGT): “Nuove regole, innovazione e attenzione al giocatore le sfide per il futuro. La politica non abbia paura di prendere decisioni, gioco pubblico è presidio di legalità. Il 2023 di IGT tra sostenibilità e responsible gaming”

Regolamentazione, nuove sfide politiche, gare per le concessioni. E ancora sostenibilità, gioco responsabile e attenzione al giocatore. E’ un possibile momento di svolta nel settore del gioco pubblico in Italia e sono molti i temi sul tavolo delle istituzioni e degli operatori. A parlarne, attraverso un’intervista esclusiva al direttore di Agimeg Fabio Felici, è Giuliano Frosini, Senior Vice President Institutional Relations, Public Affairs and Media Communication di IGT.

Dal necessario riordino del settore, alle sfide per il futuro del nuovo governo, fino ai progetti di International Game Technology (IGT), Frosini affronta a tutto tondo le problematiche dell’industria del gioco pubblico, tra vecchi problemi che ritornano e proposte per il futuro.

Il 2022 è stato un anno intenso per il settore del gioco pubblico, il primo dopo la pandemia. Che sensazione hanno lasciato i 12 mesi appena trascorsi?

“Direi buone sensazioni. Detto con tutte le dovute cautele, ci stiamo finalmente lasciando alle spalle la terribile pandemia. E’ stato un anno di intensa transizione verso le nuove e vecchie sfide del settore, un anno di consolidamento delle buone pratiche adottate da istituzioni e operatori per far tornare i giocatori a divertirsi in sicurezza. Sono state poste le basi per un nuovo anno di lavoro che si preannuncia molto interessante, complice anche un nuovo quadro politico, prima di tutto più stabile”.

Fiducia per il 2023 quindi, ma ci sono ancora molte problematiche da affrontare, su tutte quella del riordino.

“Sì, per questo ho parlato anche di vecchie sfide. Il riordino della regolamentazione del nostro settore è una vecchia questione che periodicamente si ripropone. Ci auguriamo veramente che, con l’avvento del nuovo governo, questa possa essere la volta buona. Mi rendo conto che per i governi degli ultimi anni sarebbe stato difficile occuparsene, ma adesso abbiamo un governo finalmente politico che può prendere decisioni politiche. Il nuovo legislatore non dovrà temere il giudizio dell’opinione pubblica, ma agire cercando di comprendere il cuore di questa vicenda: quindi rivedere il modello distributivo e razionalizzare la normativa regionale e locale che ha finito per ingenerare molta confusione e poca armonia nella legislazione territoriale. Oltre al riordino, però, è tempo anche di introdurre nuove regole finalizzate all’innovazione dell’offerta per competere con mercati internazionali. Infine, sarà necessario anche manutenere le reti fisiche collegandone l’innovazione a quella digitale. Non mi riferisco al gioco a distanza: occorre ragionare su un nuovo look&feel del prodotto al punto vendita fisico, da sempre presidio di legalità e sicurezza”.

Passando alla questione delle gare, c’è stato un allineamento al 2024. Siamo finalmente giunti alla data limite o dobbiamo aspettarci un ulteriore slittamento?

“E’ chiaro a tutti che non ci saranno gare fino a che non verrà affrontata e risolta l’incompatibilità delle leggi regionali con il processo di selezione degli operatori e dei concessionari. Si continuerà a prorogare finché la politica non si occuperà del settore. La proroga – comunque – non è un “favore” ai concessionari: anzi, per molti di noi la priorità è proprio la tensione verso una stabilità regolatoria che invece manca da troppo tempo. D’altronde, se lo Stato ha inteso apporre una riserva statale, ci si aspetterebbe che essa venga difesa, evitando, nel rispetto delle leggi e di tutte le altre regole, che si sviluppi un sistema di regole parallelo di difficile interpretazione e gestione. Invece per il settore del gioco pubblico questa tutela tende a non valere, ma se si continua a ‘decidere di non decidere’ rischiamo di avvicinarci a un modello più simile a mercati meno regolamentati nei quali il valore della concessione è meno centrale. E questo diminuirebbe la sicurezza del giocatore e metterebbe in discussione la fiducia nei prodotti e nel settore stesso”.

Quindi si faranno queste gare?

“La domanda da porsi in realtà è: la politica sarà in grado di rilegittimare le proprie azioni? La politica dovrebbe essere in grado di prendere anche decisioni impopolari, senza inseguire gli umori dell’opinione pubblica. Ci siamo già confrontati con un’impostazione molto demagogica della politica degli ultimi anni, adesso abbiamo l’esigenza di un governo che prenda decisioni che tutelino le imprese e offrano un quadro stabile, seppure con tutte le garanzie che occorrono quando si parla di mercati regolati. Se questa sfida verrà vinta, allora sicuramente si faranno sia il riordino sia le gare. Se invece la politica avrà timore, per l’ennesima volta, di occuparsi di questi temi, allora il quadro resterà quello attuale con tutte le problematiche che ne derivano”.

Ci troviamo quindi di fronte a un quadro a tinte indefinite. Ma oltre al nuovo governo, abbiamo anche un nuovo viceministro al Mef con delega ai giochi e un nuovo direttore di ADM. Cosa si aspetta da queste nuove figure ai vertici del settore del gioco?

“Prima di tutto rivolgo a entrambi un caloroso augurio di buon lavoro. Spero che, così come molti tra quelli che li hanno preceduti, possano impegnarsi per dare una ancora maggiore legittimità al nostro settore attraverso una regolamentazione chiara e un confronto positivo con tutti gli operatori e gli attori coinvolti. Dovranno affrontare sfide delicate ma sia il Viceministro sia il Direttore sono espressione di un nuovo corso parlamentare e questo dovrebbe presupporre un campo più arioso e un’agenda che sia ancora più concentrata sui temi delle legalità e con un occhio al gettito erariale. Dal mio punto di vista, nuove regole, innovazione e attenzione al giocatore dovranno essere i punti chiave dell’agenda politica dei prossimi anni”.

Il gioco è da sempre alle prese con una reputazione negativa. Molti operatori stanno puntando su sostenibilità e responsabilità sociale. Basterà questo a cambiare l’approccio politico verso il settore?

“Onestamente non credo che basterà. I temi della sostenibilità e della responsabilità sociale non rappresentano più una novità e sono ormai condizioni necessarie alla stabilità delle aziende. Quindi la presenza di progetti e iniziative legate a sostenibilità e responsabilità sociale deve sempre più essere data per scontata, non contribuire al miglioramento dell’immagine dell’azienda. Sicuramente sono aspetti utili su cui investire e a cui interessarsi, ma ormai non bastano più. Invece – mi ripeto – la reputazione del settore cambierà solo quando le istituzioni saranno in condizione di affrontare a testa alta problematiche rilevanti senza temere di essere oggetto di critiche da parte di un’opinione pubblica che talvolta sconta forme di pregiudizio. Il gioco pubblico legale non è una fonte di guadagno per lo Stato, ma è un sistema che garantisce prima di tutto giocatori e operatori, e che garantisce – altresì – che la fiscalità ad esso collegata non finisca preda di forme di illegalità o di evasione”.

Passando nello specifico ad IGT, che 2023 sarà per voi?

“Noi in Italia ci occupiamo di lotterie e il nostro impegno per quest’anno sarà basato su innovazione e sostenibilità. Innovazione dei prodotti e innovazione al punto di vendita, rafforzando il binomio lotteria-punto di vendita. Tutto questo unito a iniziative legate a un’offerta sostenibile e sicura, con progetti di gioco responsabile che diano continuità al nostro percorso di adesione ai migliori standard internazionali. Solo così potremo offrire i prodotti migliori nel modo più sicuro possibile, intercettando anche quei comportamenti che potrebbero portare a un abuso del gioco. Nel frattempo, IGT continua il suo programma di relazioni istituzionali mirate a un confronto proficuo con le Istituzioni che possa cogliere gli aspetti più rilevanti delle problematiche del settore. Da tanti anni IGT ha una sua convinzione: che la buona regolamentazione coincide con l’interesse generale, e noi vogliamo offrire tutta la nostra collaborazione per affrontare insieme, al meglio, le sfide di cui abbiamo parlato”. ff/AGIMEG