Nel secondo trimestre 2021 le nuove registrazioni di imprese sono state 78.260, mentre i fallimenti 2.380. E’ quanto emerge dalla rilevazione dell’Istat ‘Demografia d’impresa’, da cui emergono “segnali di recupero per le registrazioni dopo il crollo del 2020 ed un calo dei fallimenti dopo mesi di risalita”. Al netto della stagionalità, secondo quanto spiega l’Istat, le registrazioni risultano in crescita sia nel primo che nel secondo trimestre dell’anno, ma restano su livelli ancora inferiori a quelli medi pre-pandemici del 2019. Per i fallimenti, anch’essi su livelli inferiori a quelli medi del 2019, si registra invece un calo, dopo gli aumenti dei due trimestri precedenti.
Dal monitoraggio dell’Istat, basato sui dati amministrativi raccolti attraverso la rilevazione Movimprese condotta da Infocamere sugli archivi delle Camere di Commercio italiane, emerge che nel secondo trimestre di quest’anno le registrazioni di nuove imprese segnano un ulteriore aumento congiunturale (+3,2%), dopo quello del trimestre precedente. Sempre su base congiunturale, rispetto al primo trimestre i fallimenti si riducono dell’8,9%, dopo la risalita registrata nei trimestri precedenti.
La riduzione dei fallimenti, in particolare, evidenzia l’Istat, è generalizzata: il numero di procedure fallimentari si riduce in tutti i settori, mentre risultano in aumento solo nei servizi sanitari, assistenziali, di istruzione, intrattenimento e di cura alla persona, dove salgono del 3,9%. “La forte riduzione dei fallimenti avvenuta nel secondo trimestre è connessa, in particolare, al cosiddetto Decreto Liquidità – spiega l’Istituto di Statistica – entrato in vigore il 9 aprile 2020, che ha bloccato amministrativamente fino al 30 giugno la possibilità di dichiarare fallimento e lo stato di insolvenza. Allo scadere di tale vincolo e con la riapertura dei tribunali amministrativi, i fallimenti hanno segnato un immediato rimbalzo, proseguito nel quarto trimestre. Una dinamica simile, sebbene meno accentuata, ha caratterizzato, nello stesso periodo, le registrazioni”.
Al netto dei fattori stagionali, conclude Istat, nel secondo trimestre 2021 il numero di registrazioni ha superato i livelli antecedenti la crisi (quarto trimestre 2019) solo nelle costruzioni, nei servizi finanziari, immobiliari e professionali e in quelli di informazione e comunicazione.
Gli esercizi ricettivi e di ristorazione pagano, invece, il prezzo più alto della crisi. Nel secondo trimestre di quest’anno le registrazioni di nuove imprese, che sono ancora inferiori del 40,6% rispetto al livello medio del 2019, registrano un calo congiunturale del 5,7%, annullando in buona misura il risultato positivo del trimestre precedente. Molto penalizzati anche i servizi di trasporto che flettono del 5,7% e i cui livelli risultano del 23,2% inferiori a quelli medi del 2019. cdn/AGIMEG