Imprenditori ippici, “essenziale sostenere allevamento italiano”

“Nel Trotto ogni giorno assistiamo a cavalli italiani di assoluta qualità che si impongono in corse importanti nei Paesi ippicamente più qualificati come la Svezia e la Francia. E’ fuori discussione che il livello di molti di questi cavalli non è inferiore a quello dei vincitori di corse di gruppo italiane. Eppure agli allevatori dei cavalli che vincono all’estero non è riconosciuto, salvo in rare eccezioni, quel premio che gli spetta per il loro lavoro, esattamente al pari dei compagni di paddock che corrono e vincono in Italia. Mentre si premia, giustamente, il livello più basso di coloro che resistono, malgrado tutto, a correre sulle nostre piste”. Lo afferma Enrico Tuci, presidente degli Imprenditori ippici italiani del galoppo e del trotto, osservando che “come spesso succede non viene applicato quel criterio meritocratico che dovrebbe stare alla base del sistema ippico e stimolare l’impegno e gli investimenti degli imprenditori e degli appassionati. E’ necessario e vitale attingere dal capitolo “Provvidenze Trotto” per premiare gli allevatori dei cavalli, spesso i più virtuosi, che si sono trasferiti sulle piste estere. Torneremo presto su questo argomento – conclude – e vigileremo affinché le risorse esistenti vengano realmente distribuite agli Allevatori e non disperse in altre situazioni assai discutibili”. rg/AGIMEG