“Il gioco buono”, ricerca SWG, Formiche, Kratesis: “Non viene chiesto di vietare il gioco ma controlli più severi su quello illegale”. Ecco la RICERCA

Si gioca principalmente per divertimento, ma anche per liberarsi la mente o per rilassarsi. E’ quanto viene fuori dalla ricerca elaborata da SWG, Formiche e Kratesis e presentata questa mattina durante la tavola rotonda “Il gioco buono: un alleato contro l’illegalità”.

“Nel passaggio dal concetto di gioco in generale, a quello di gioco con vincita in denaro, fino
all’immagine del giocatore di giochi con vincita in denaro – si legge nella ricerca – si registra un climax di crescente negatività che ribalta l’accezione inizialmente positiva del concetto di giocare. Se l’adulto che gioca è una persona che ama divertirsi e che sa vivere bene, l’immagine di chi pratica giochi con vincite in denaro è decisamente negativa: per
metà del campione è una persona che spreca denaro, per un terzo uno che cerca di sistemarsi, per oltre un intervistato su cinque è una persona malata. Solo per un intervistato ogni 8 è una persona normale”.

Il giocatore ludopatico

“Nell’immaginario dei non giocatori, il giocatore compulsivo è più spesso associato a situazione di marginalità (povertà, disoccupazione, bassa istruzione), mentre tra i giocatori assidui, a prescindere da quello che è il gioco giocato, l’immagine è molto più indifferenziata. La percezione della diffusione della ludopatia è fortemente distorta, con una visione del tutto simile a quella legata alla dipendenza da alcool”. Secondo gli intervistati, ai quali è stato chiesto di tracciare l’identikit del ludopatico, il ritratto del giocatore compulsivo è: maschio, anziano, povero, disoccupato e non istruito.

Le dipendenze

Tra le cinque dipendenze riportate nella ricerca, è la droga, secondo gli intervistati, quella con la percentuale più alta per la pericolosità elevata (79%). Seguono poi alcool (67%), il gioco (61%), il fumo (53%) ed internet (25%).

Il gioco illegale

“I centri illegali, nella visione dei giocatori che hanno partecipato ai focus group, esistono e sono vicini, inseriti nelle realtà cittadine anche se evocano ambientazioni
cinematografiche. Sono percepiti presenti su tutto il territorio nazionale anche se al Sud si pensa siano più diffusi. Frequentati da loschi figuri e dai giocatori compulsivi, disperati che vanno oltre le loro possibilità, si complicano la vita, vengono a contatto con le organizzazioni mafiose che controllano questi luoghi.

Il campione intervistato non è d’accordo con l’idea di vietare i giochi con vincite in
denaro, ma chiede controlli severi sul gioco illegale”.

Ecco la RICERCA COMPLETA

Da grandi si gioca

es/AGIMEG