Iaccarino (Pres. Centro studi As.tro): “Riaprire settore del gioco pubblico per rilanciare economia e contrastare attività illegali”

“Centosessantasei giorni di sospensione dell’attività, una contrazione dei parametri di misurazione dell’attività economica (raccolta di gioco, gettito erariale e ricavo lordo) pari almeno al 50%, un terzo delle aziende del settore a rischio. Questa è la fotografia del settore nel 2020 e l’eredità per l’anno appena cominciato, un’eredità tanto più pesante tenendo conto della prosecuzione delle misure limitative almeno per i primi due mesi di questo 2021”. E’ quanto afferma Armando Iaccarino, Presidente del Centro Studi di As.Tro. “Se da una parte il 2021 dovrebbe essere l’anno del riordino del settore, sempre che la percezione della essenzialità di un quadro regolamentare certo, uniforme e stabile nel tempo e nei contenuti sia diventata patrimonio comune di coloro che hanno responsabilità decisionale, il tema di oggi è, però, la ripresa dell’attività appena la curva epidemiologica comincerà a decrescere. Verrebbe da dire fate presto, perché le risorse per resistere senza lavoro stanno finendo. E rimane il dubbio di quali impatti sull’occupazione si registreranno all’esito delle misure emergenziali a tutela del lavoro. È naturalmente quella che precede, una riflessione che vale per tutti quei segmenti dell’economia nazionale più colpiti dalle misure anti COVID, ed è una delle questioni prioritarie nel piano di rilancio del Paese.
Proviamo a dare tre buoni motivi per la ripartenza del settore di cui ci stiamo occupando:
1) Gli esercizi che offrono gioco garantiscono livelli di sicurezza sanitaria, oltre che attraverso i Protocolli assai stringenti adottati, per la regolamentazione preesistente e per la conformazione stessa dei locali. Le sale giochi sono già attrezzate per controllare gli accessi e la presenza all’interno. Nella maggior parte di esse è previsto l’obbligo di video sorveglianza.
Il rispetto del distanziamento, ed un rapporto uno ad uno tra utenti ed apparecchi attivi o sportelli per gli scommettitori, garantisce di evitare assembramenti ed interazioni ravvicinate e mantiene basso il numero degli avventori. A seconda delle dimensioni della sala, e nel rispetto dei Protocolli, il numero degli utenti presenti negli esercizi può variare da qualche unità a poche decine, e quasi mai in contemporanea.
Ugualmente negli esercizi generalisti Protocolli rigorosi possono consentire che gli apparecchi attivi siano limitati in relazione alle dimensioni e alla morfologia dei locali in modo da non costituire alcun rischio.
2) Dare ossigeno alle aziende del settore da troppo tempo ferme significa intervenire positivamente su indicatori che contribuiscono alla determinazione del PIL nazionale; significa anche tornare a garantire livelli di gettito erariale da utilizzare per il rilancio dell’economia; significa soprattutto evitare l’uscita dal mercato del lavoro di decine di migliaia di persone. E, come si sa, in tempi di crisi il mercato del lavoro non presenta spazi di movimento significativi e rapidi.
3) All’ombra delle crisi economiche diventano più fiorenti le attività illegali. Le cronache più recenti dicono che non c’è settore dell’economia che si sottragga all’inquinamento malavitoso e che il fenomeno è tanto più presente in quei settori in cui la crisi è più acuta.
Restituiamo il mondo del gioco ad una dimensione regolata che contrasti quei fenomeni di inquinamento. Ma per farlo il gioco pubblico deve ricominciare”, conclude Iaccarino. lp/AGIMEG