Green Pass nelle sale giochi, avvocato Paolo Leone ad Agimeg: “Misura necessaria e accettabile dal punto di vista costituzionale vista la situazione di emergenza. Green pass imposto per “colpa” di chi non si è vaccinato”

“La tutela della salute pubblica rientra nei poteri e soprattutto nei doveri del Governo, è un principio costituzionale e non ce lo dobbiamo dimenticare”. Lo spiega a Agimeg l’avv. Paolo Leone, esperto di diritto costituzionale e figlio dell’ex Presidente della Repubblica Italiana Giovanni Leone, che chiarisce ulteriormente: “Personalmente ritengo che la scelta del Governo di imporre l’uso del pass sia pienamente giustificata. Il diritto alla vita non è disponibile, in senso negativo nessuno può disporre della propria vita”.
Ma quindi osserva che “Il problema sta nell’applicazione, occorre è stabilire quando la tutela della salute entra in conflitto con altri principi costituzionali, come ad esempio le libertà di movimento, di circolazione, di soggiorno o di impresa ect. Occorre trovare un equilibrio tra la tutela della salute e la tutela delle altre libertà, ma bisogna anche considerare che nella situazione attuale – l’emergenza sanitaria determinata dalla pandemia – alcune forzature sono consentite proprio perché sono finalizzate alla sicurezza delle persone”.
Per quanto riguarda le sale da gioco, Leone riconosce che limitare l’accesso a chi ha solo il green pass “comporta certamente un danno economico, ma bisogna vedere anche l’altro lato della medaglia: questa misura è necessaria perché non tutti hanno effettuato il vaccino. E questa misura rappresenta anche uno stimolo a farlo. Ovviamente, questo vale fino a quando dura l’emergenza pandemica: l’obbligo di esibire il passaporto è una misura temporanea e non strutturale. Stiamo affrontando un momento difficile e occorre sostenere determinanti sforzi”.
Leone sottolinea però anche che “Il gioco sconta un pregiudizio di fondo da parte di una certa politica. Se le cose venissero viste con distacco, si capirebbe che assembramenti nelle sale da gioco non sono mai esistiti, nemmeno prima della pandemia”. E sebbene le sale da gioco siano state chiuse per la maggior parte del tempo, nei mesi in cui hanno potuto operare “non ci sono mai stati casi di contagi, visto che hanno adottato tutte le misure sanitarie e di distanziamento necessarie, o hanno effettuato addirittura interventi strutturali”.
Per quanto riguarda invece la tutela dei dati personali: “La sala dovrebbe essere tenuta solamente a accertare il possesso del pass e quindi a impedire l’ingresso a quei giocatori che non lo hanno. I dati dei giocatori non vengono utilizzati in altri modi, non vengono trattati e archiviati, di conseguenza non c’è alcuna violazione della privacy. Ma immagino che ADM emetterà una circolare per chiarire come attuare queste misure in concreto”. rg/AGIMEG